Errori comportamentali e investimenti durante le crisi

Errori comportamentali e investimenti durante le crisi

È importante sapere cosa accade ai mercati finanziari durante una crisi e quali sono i fattori psicologici e comportamentali che possono influenzare in negativo le decisioni in materia di investimenti in modo da poter compiere scelte ponderate anche in tempi difficili.

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La pandemia Covid-19 (vai alla scheda La crisi da Covid-19) ha scatenato una crisi il cui impatto sui mercati finanziari ripropone, anche se in misura amplificata, quanto avvenuto nel caso di epidemie precedenti - la SARS nel 2003, l'influenza suina nel 2009, la MERS nel 2012 – nonché in altri periodi di crisi succedutisi nella storia (vedi al riguardo l'apposita sezione sul sito della CONSOB). La diffusione del virus a livello globale e le misure di contenimento del contagio, attuate in modo più o meno incisivo nei Paesi colpiti, hanno provocato un incremento della volatilità dei mercati finanziari e la diminuzione del valore di numerose attività finanziarie, sulla scia di un forte peggioramento delle prospettive economiche a livello mondiale.

In queste circostanze, gli investimenti dei risparmiatori possono subire diversi contraccolpi, registrando perdite di valore anche molto significative. Ciò è tanto più probabile quanto minore è la diversificazione del portafoglio, ossia quanto più gli investimenti sono concentrati su poche tipologie di strumenti e in titoli emessi da società che operano nello stesso settore o nella stessa area geografica. Inoltre, può risultare difficile disinvestire senza subire costi elevati. Infine, può essere complicato orientarsi nel flusso copioso di informazioni che raggiungono il mercato da fonti diverse e su molteplici temi: nel caso del Covid-19, ad esempio, l'emergenza a livello sanitario, le misure di distanziamento sociale, la situazione economica e finanziaria in Italia e nei vari Paesi colpiti.

Per evitare di prendere decisioni guidate dall'impulsività, è bene conoscere alcuni tratti tipici che connotano i mercati finanziari nei periodi di crisi. Nel seguito ci riferiremo, a titolo di esempio, ai mercati azionari.

  • La volatilità. I mercati azionari di solito reagiscono, nel breve termine, con forti oscillazioni dei prezzi al rialzo e al ribasso, causate da variazioni significative nel volume degli scambi, più o meno ampie a seconda dell'esposizione delle società agli effetti della crisi. Nel lungo periodo, tuttavia, queste oscillazioni sono destinate a ridursi se le prospettive economiche delle società emittenti sono solide. Ragionare con una logica di lungo termine, quindi, può aiutare a contestualizzare meglio l'impatto di singoli episodi di una crisi nell'ambito di un orizzonte temporale più ampio. L'evoluzione storica dei mercati azionari mostra, ad esempio, che le fasi di rialzo e di ribasso si sono succedute a diverse riprese, lungo un sentiero che, nel lungo periodo, rimane comunque orientato alla crescita delle quotazioni.
  • L'illiquidità. Nelle fasi di turbolenza dei mercati i numerosi investitori che vogliono vendere i propri titoli (ad esempio per contenere le perdite o perché diminuisce la loro propensione ad assumere rischio) non sempre riescono a incontrare immediatamente investitori disposti ad acquistare al prezzo desiderato. In alcuni momenti, quindi, può diventare difficile disinvestire i propri investimenti, se non al costo di accettare perdite significative o di dover aspettare molto tempo.
  • Le differenze tra settori ciclici e difensivi. Nel mercato azionario, i prezzi dei titoli possono reagire in modo diverso alla crisi a seconda del settore di attività. Taluni settori, definiti difensivi o anti-ciclici, non necessariamente seguono l'andamento complessivo dell'economia: nell'ambito della crisi da Covid-19, è il caso, ad esempio, del settore farmaceutico o di quello del commercio elettronico. Altri settori, che si definiscono ciclici, sono più esposti all'andamento complessivo dell'economia: nella crisi dovuta alla pandemia di Covid-19, ad esempio, i settori aeronautico, della ristorazione e quello petrolifero hanno subito in maniera più marcata l'impatto negativo connesso alle misure di contenimento del contagio attuate dai vari Paesi (vedi scheda La crisi da Covid-19). Vi sono, infine, alcune forme di investimento il cui valore non mostra forti oscillazioni nei periodi di crisi: si tratta dei cosiddetti beni rifugio (ad esempio l'oro e altri metalli preziosi).

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La finanza comportamentale ha da tempo evidenziato che nelle scelte economico-finanziarie gli individui non agiscono in modo razionale, poiché non hanno la capacità cognitiva di elaborare le innumerevoli informazioni a propria disposizione, individuare tutti i possibili scenari futuri, scegliere l'opzione migliore tra quelle disponibili.

Il Premio Nobel Daniel Kahneman ha descritto il processo decisionale come la risultante dell'interazione tra due Sistemi: il Sistema 1, rapido e impulsivo, perché basato sulle cosiddette scorciatoie mentali (euristiche) che permettono di scegliere velocemente semplificando (in modo errato) situazioni complesse; il Sistema 2, lento e riflessivo perché basato su valutazioni razionali. Le decisioni adottate con il Sistema 1 tendono ad essere sistematicamente sbagliate (bias) e ad essere rafforzate dall'istinto e dall'emotività (vedi la scheda sugli errori e trappole comportamentali nel percorso d'investimento).

Nei periodi di crisi, come quella innescata dal Covid-19, il Sistema 1 e l'emotività causata dalla maggiore incertezza possono prendere il sopravvento rispetto al Sistema 2, rendendo più frequenti il ricorso alle euristiche e gli errori comportamentali.

Tra le euristiche e gli errori comportamentali più tipici nelle fasi di turbolenza di mercato si ricordano quelli che in gergo tecnico sono noti come: avversione alle perdite, euristica affettiva, action bias, recency bias, comportamento gregario.

  • Avversione alle perdite (loss aversion). Gli individui sono in genere molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo. In termini quantitativi, come è stato mostrato da esperimenti di laboratorio, la reazione emotiva alle perdite è in media due volte più intensa della reazione di guadagni di pari importo. Durante i periodi di crisi, la sensibilità alle perdite aumenta poiché aumenta il rischio percepito e, conseguentemente, l'avversione al rischio stesso. L'avversione alle perdite viene rafforzata dalla cosiddetta miopia e dalla euristica dell'affect.
  • Euristica affettiva (affect). In alcune circostanze le decisioni di investimento possono essere influenzate dalla risposta emotiva a determinate informazioni (affect). L'affect cambia la percezione dei benefici e dei rischi di una decisione, accentuando i primi o i secondi se alle informazioni relative alla decisione si associano sentimenti, rispettivamente, positivi o negativi. Durante i periodi di crisi e di forte volatilità dei mercati, la paura può alimentare una sopravvalutazione del rischio di perdere il capitale investito e spingere a vendere i titoli in portafoglio in modo affrettato. Tale comportamento, che può essere irrazionale se il portafoglio è ben diversificato e/o le prospettive di lungo periodo sono rimaste invariate, comporta la monetizzazione delle perdite che fino al momento prima della vendita erano solo potenziali.
  • Action bias. Non fare nulla mentre i mercati crollano può essere molto difficile, perché si scontra con l'istinto ad agire e con la propensione a cercare conforto nella consapevolezza di aver almeno tentato di contenere le perdite vendendo i titoli in portafoglio. È dimostrato che la perdita è meno penosa se è stato fatto qualcosa per provare ad evitarla. All'action bias può associarsi l'aumento della tendenza a controllare di frequente il valore del proprio portafoglio, concentrandosi sulle oscillazioni di valore di breve periodo, e a rivedere la composizione dei propri investimenti in modo poco ponderato, nel tentativo di ridurre l'esposizione al rischio.
  • Recency bias. In periodi di crisi proiettarsi verso scenari positivi può apparire una forzatura. L'idea che i prezzi di mercato possano tornare a salire viene sopraffatta dall'informazione relativa ai recenti cali dei valori di mercato, che diventa saliente fungendo da àncora (euristica dell'ancoraggio). Gli individui, infatti, tendono a recuperare nella memoria l'informazione più recente (in base all'euristica della disponibilità) e a basare su quella le loro aspettative per il futuro (recency bias).
  • Comportamento gregario (herding behaviour). Gli investitori tendono a imitare i comportamenti più diffusi, sia perché non sono in grado di prendere decisioni in autonomia a fronte delle conoscenze e delle informazioni disponibili sia perché possono condividere con altri la responsabilità di una scelta che ex post si riveli sbagliata. Tale comportamento ricorre sia nelle bolle speculative, quando l'ottimismo irrazionale spinge gli acquisti e gonfia i valori di mercato, sia nei periodi di forte turbolenza, quando la reazione eccessiva degli investitori si traduce nel fenomeno noto come panic selling, ossia vendite massive che innescano una spirale dei prezzi al ribasso.

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Diversificare il portafoglio degli investimenti finanziari – in termini di strumenti/settori/mercati – può aiutare ad attutire gli effetti di una crisi, come quella generata dal Covid-19. La diversificazione tuttavia non può eliminare il cosiddetto rischio ‘sistemico', ossia il rischio che dipende da fattori che influiscono sull'andamento generale del mercato e quindi di tutti i titoli scambiati.

In occasione di una crisi, inoltre, possono essere utili alcune regole di comportamento.

  • Evita di prendere decisioni basate sulla paura, sull'impulsività e sull'imitazione dei comportamenti altrui. In questo modo eviterai di pagare il prezzo di una decisione affrettata e di monetizzare perdite che potresti recuperare nel lungo periodo.
  • Evita di controllare continuamente il valore del tuo portafoglio. È buona regola controllare regolarmente i propri investimenti, anche durante un periodo di crisi quando però è più che mai indispensabile ragionare secondo una logica di lungo termine per evitare che la volatilità e l'incertezza del momento contribuiscano ad aumentare ansie e paure.
  • Riconsidera le tue scelte di investimento purché le tue decisioni non siano guidate da valutazioni impulsive e dal panico. È il caso ad esempio in cui siano sopravvenute esigenze di liquidità che richiedono una revisione del tuo portafoglio.
  • Informati. Informarsi per gestire al meglio i propri investimenti è sempre importante e lo è, a maggior ragione, in una situazione di crisi. Scegli accuratamente le fonti informative a cui far riferimento. Consulta, tra gli altri, i siti istituzionali della CONSOB e del Comitato Nazionale per l'Educazione Finanziaria (www.quellocheconta.gov.it e la sezione specifica dedicata all'emergenza Covid-19).
  • Sii consapevole che nei periodi di crisi aumenta la diffusione di fake news e il rischio di incorrere in tentativi di truffa che fanno leva sull'emotività dell'investitore medio (vedi le schede sulle fake news e sulle truffe finanziarie ai tempi del Covid-19 e non solo).
  • Rivolgiti a persone esperte. Se hai dubbi chiedi supporto, ad esempio all'intermediario di riferimento.
Per saperne di più: riferimenti bibliografici ... vedi