Dalla moneta fisica

Dalla moneta fisica alla moneta bancaria

Se la moneta fisica fosse l'unico mezzo di pagamento, si avrebbero enormi problemi di trasferimento delle ingenti quantità di moneta necessarie per le operazioni commerciali di grande valore e a lunga distanza, come si sperimentò, soprattutto nel XVI° secolo, nel commercio con le Americhe e con le "Indie orientali" (i paesi asiatici). La moneta fisica, infatti, aveva un senso per transazioni di ridotto importo e a brevi distanza.

Anche per superare questi vincoli, già in epoca medievale, nascono in Italia i primi banchi di credito e, con essi, le prime forme di scritture contabili dei saldi monetari (depositi e prelievi) e, soprattutto, le prime forme di cartolarizzazione del credito. Si trattava delle c.d. "lettere di cambio", che rappresentavano il credito in oro vantato dai depositanti, i quali potevano scambiarle, come mezzi di pagamento di operazioni commerciali, evitando così le spese e i rischi connessi al trasporto della moneta fisica.

Da quelle prime tecniche di gestione dei depositi monetari (cui poi si agganciarono, in naturale proseguimento, quelle relative alle richieste di finanziamento dietro garanzia di beni personali) si sono sviluppate le moderne banche, a tutt'oggi perno fondamentale del sistema finanziario.

Prima di vedere come il settore bancario crea moneta, occorre puntualizzare alcuni concetti. 

  Moneta legale (circolante)

L'insieme di banconote e monete metalliche in circolazione in un determinato momento nel sistema economico che devono, per legge, essere accettate in pagamento, grazie all'esistenza di un'Autorità (tipicamente una banca centrale) che le emette (come sue passività per l'acquisto di attività finanziarie) e che agisce per garantirne il valore.

  Moneta bancaria

L'insieme dei mezzi di pagamento messi in circolazione dalle banche, a fronte di depositi bancari disponibili (quindi trasformabili in circolante in tempo breve), sotto forma ad es. di assegni circolari, bancari, carte di credito, bonifici e giroconti, ecc.

  Base monetaria

Moneta legale e altre attività finanziarie che sono trasformabili in contante immediatamente e senza costo (o a costo prefissato) e che, in quanto tali, possono essere depositate come riserva obbligatoria presso la banca centrale dalle banche a fronte dei propri depositi.

  Offerta di moneta

La quantità di moneta esistente in un determinato momento nel sistema economico, pari al circolante più i depositi della clientela presso le banche. La base monetaria è quindi una componente dell'offerta di moneta (il rapporto tra offerta di moneta e base monetaria prende il nome di moltiplicatore monetario, vedi infra) ed è quella parte oggetto di controllo diretto da parte della banca centrale. In generale, la quantità complessiva di moneta (moneta legale e moneta bancaria) a disposizione del pubblico varia in relazione alla quantità complessiva dei prestiti concessi dalla banca centrale e dalle banche.

Infatti, la banca centrale crea moneta sia attraverso l'erogazione di finanziamenti alle banche commerciali (per esempio, la BCE con le operazioni di c.d. LTRO a fine dicembre 2011, gennaio 2012 e settembre 2014 ha concesso prestiti a 4 anni alle banche dell'Eurozona per circa 1.400 mld di euro mirati al finanziamento dell'economia), sia tramite operazioni di acquisto di strumenti finanziari sul mercato finanziario secondario[1] (come nel caso del programma della BCE di acquisto di covered bond[2] e di asset-backed-securities ovvero, da ultimo, di acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi dell'Eurozona c.d. Quantitative Easing))

Il sistema bancario crea moneta tramite la concessione di finanziamenti da parte delle singole banche alle imprese e alle persone: i finanziamenti bancari significano risorse finanziarie disponibili e spendibili da parte di chi li riceve (appunto, imprese e persone). Queste risorse, sia che siano spese o semplicemente trasferite presso altre banche, danno origine ad un sistema di moltiplicazione dei depositi bancari utilizzabili come mezzi di pagamento (moneta bancaria). In questo modo non è la banca singola a creare moneta, ma è il sistema bancario nella sua totalità in virtù del meccanismo del c.d. moltiplicatore monetario.

In verità, esiste un altro canale di creazione (distruzione)di moneta (ossia base monetaria) ed è quello costituito dal settore "Estero". Nel caso di un saldo attivo della bilancia dei pagamenti si verifica un afflusso di valuta straniera all'interno del paese. Quando questa valuta viene ceduta alla Banca centrale in cambio di valuta nazionale si ha automaticamente creazione di base monetaria.

Al contrario, nel caso di bilancia dei pagamenti negativa, si ha vendita di valuta estera da parte della Banca centrale in cambio di valuta nazionale, con corrispondente distruzione, cioè sottrazione dal mercato, di base monetaria.

La quantità complessiva di moneta in circolazione (offerta di moneta, M) è costituita dalla moneta bancaria (depositi, D) più la base monetaria non trattenuta in riserva dalle banche e posseduta quindi dal pubblico (Bp). Si ha perciò la definizione: M = D + Bp

La consistenza complessiva di base monetaria, che è stata immessa nel sistema attraverso i canali di cui si detto, è in ogni momento utilizzata, cioè trattenuta, dal pubblico (famiglie e imprese) e dalle banche.

Il pubblico la trattiene sotto forma di circolante per far fronte alle spese correnti.

La parte non trattenuta dal pubblico affluisce alle banche che la utilizzano per soddisfare l'obbligo di riserva obbligatoria e, in parte decisamente minore, per tenere a disposizione una riserva di liquidità (che comprende anche il margine inutilizzato del credito aperto presso la banca centrale) per le necessità di tesoreria (cioè per essere in grado di onorare le richieste di prelievi). Si può affermare che le banche trovano un limite nella propria capacità di "creare" moneta attraverso operazioni di credito nell'obbligo di mantenere riserve finanziarie liquide presso la banca centrale, a cui possono aggiungersi riserve liquide liberamente disponibili. Le riserve liquide delle banche presso la banca centrale (nei paesi dell'Euro-zona, presso la Banca Centrale Europea) sono proporzionate ai depositi bancari e servono a far fronte alle possibilità di inattesa richiesta di contante del pubblico (ossia richieste di conversione in moneta legale dei depositi stessi).

 

[1] La Banca centrale può acquistare e vendere sul mercato secondario titoli del debito pubblico (o altri strumenti finanziari) al fine di regolare la quantità di moneta in circolazione. Quando acquista, immette base monetaria (vedi Nota 6); quando vende, la toglie dal mercato. Queste sono le operazioni di mercato aperto e come tali vengono registrate nel conto di creazione di base monetaria.

[2] I covered bond sono obbligazioni bancarie garantite da un specifico portafoglio di crediti della banca emittente.