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Rapporto 2017 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane
Le scelte di investimento delle famiglie italiane

 

RAPPORTO 2017

Il Terzo Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane ricostruisce la filiera del risparmio e dei suoi impieghi e intercetta attitudini e comportamenti che possono incidere sulla qualità delle scelte compiute nelle varie fasi della filiera.
Dopo un breve confronto comparato delle scelte di portafoglio delle famiglie in Italia e nell'area euro, da cui si evince che il tasso di risparmio lordo delle famiglie italiane è in ripresa pur continuando ad attestarsi al di sotto del suo valore di lungo periodo e della media europea (Sezione 1), il punto di partenza è come di consueto la rilevazione delle conoscenze finanziarie degli italiani (Sezione 2). Le conoscenze rimangono limitate per la maggior parte degli intervistati, mentre oltre un terzo del campione ha difficoltà a valutare la rischiosità delle opzioni di investimento più note. Si coglie, inoltre, un disallineamento tra conoscenze effettive e percepite all'incirca nel 40% dei casi, che si traduce prevalentemente in una sopravvalutazione della propria literacy (cosiddetta overconfidence). Rispetto all'apprendimento e all'approfondimento delle materie finanziarie, metà degli intervistati dichiara interesse, essendo l'interesse personale anche tra gli elementi di background più rilevanti alla base delle conoscenze finanziarie dichiarate. Circa la metà degli intervistati (in particolare i soggetti con conoscenze finanziarie più limitate), dichiara inoltre di provare apprensione nella gestione delle proprie finanze, (cosiddetta ‘ansia finanziaria').
Interesse e apprensione sembrano giocare un ruolo nell'ambito dei comportamenti di financial control (relativi a pianificazione finanziaria, budgeting, risparmio e indebitamento; Sezione 3). Poco meno del 25% del campione dichiara l'abitudine a pianificare e monitorare gli obiettivi raggiunti nel tempo. Più del 50% gestisce entrate e spese familiari attraverso un budget, ma solo il 13% lo rispetta sempre e solo il 20% lo controlla in maniera accurata. Il 60% degli intervistati dichiara di risparmiare prevalentemente in maniera regolare, mentre i restanti non sono in grado di farlo a causa di vincoli di bilancio molto stringenti ovvero perché indebitati (a fine 2016, circa il 42% delle famiglie ha contratto un mutuo ipotecario ovvero credito al consumo). I comportamenti ‘virtuosi' si associano positivamente a conoscenze (sia effettive sia percepite) e a interesse nelle materie finanziarie, mentre diventano meno frequenti tra i soggetti più ansiosi.
Per quanto riguarda le scelte di investimento, alla fine del 2016 il 45% degli intervistati detiene uno o più strumenti finanziari (Sezione 4). Conoscenze finanziarie, interesse per la finanza e fiducia nel sistema finanziario sono correlati positivamente alla partecipazione ai mercati finanziari, mentre l'ansia gioca un ruolo inverso. Più della metà degli investitori decide insieme a familiari, amici e colleghi, un quarto sceglie dopo aver consultato un consulente finanziario ovvero delega la gestione dei suoi risparmi a un intermediario, mentre i restanti agiscono in autonomia. Sono in pochi, tuttavia, a seguire un processo decisionale strutturato, visto che il 41% del campione non valuta in maniera specifica alcun elemento prima di investire tra obiettivi, orizzonte temporale, capacità economica e finanziaria di sopportare il rischio, mentre gli altri si concentrano prevalentemente sull'orizzonte temporale.
Quasi un terzo degli investitori assistiti da un consulente beneficia di raccomandazioni personalizzate ai sensi MiFID, mentre i restanti ricevono consulenza passiva o generica (Sezione 5). Nella scelta del consulente rivestono un ruolo importante sia la fiducia nel professionista sia l'indicazione dell'istituto finanziario di riferimento; nell'ambito di un rapporto avviato gli investitori (che in prima battuta si dichiarano attenti ai risultati) chiedono al proprio consulente soprattutto capacità relazionali ed empatiche. È significativo, inoltre, l'atteggiamento nei confronti dei costi del servizio: il 45% degli investitori non sa indicare come venga remunerato il proprio consulente, mentre il 37% crede che il servizio sia gratuito.
Il Report dedica un focus, infine, all'attitudine degli individui verso l'informazione finanziaria (Sezione 6). Più del 40% degli investitori dichiara di consultare l'informazione in autonomia (25%) o con il supporto di familiari e amici (10%) e solo in via residuale con l'aiuto del consulente (8%). Circa il 50% degli intervistati dichiara di non essere disposto ad acquistare un prodotto finanziario se non ne comprende l'informativa. Tra coloro che investirebbero in ogni caso (27%), sono determinanti la fiducia e la reputazione dell'intermediario.

 

Il Report è stato curato da:
Nadia Linciano (coordinatrice) - CONSOB, Divisione Studi, Ufficio Studi Economici (n.linciano@consob.it)
Monica Gentile - CONSOB, Divisione Studi, Ufficio Studi Economici (m.gentile@consob.it)
Paola Soccorso - CONSOB, Divisione Studi, Ufficio Studi Economici (p.soccorso@consob.it)

Le opinioni espresse nel Report sono personali degli autori e non impegnano in alcun modo la Consob. Nel citare i contenuti del rapporto, non è pertanto corretto attribuirli alla Consob o ai suoi Vertici.

 

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Addendum [formato PDF]

 

ISSN 2465-1974 [online]