Senato
VI Commissione Permanente
FINANZE E TESORO

"Indagine conoscitiva sugli aspetti finanziari, monetari e creditizi 
connessi all'allargamento dell'Unione Europea"

Audizione del Presidente della Consob, Prof. Luigi Spaventa e
del Responsabile dell'Ufficio Relazioni Internazionali, Dott. Carlo Biancheri

Roma, 13 maggio 2003

Il processo di allargamento dell'Unione Europea rappresenta ormai un fatto compiuto. Il Trattato di adesione è stato firmato ed i rappresentanti dei dieci Paesi, per i quali l'ingresso a pieno titolo nell'Unione è previsto per il 2004 sono, tuttavia, già ammessi a partecipare alle riunioni del Consiglio e dei suoi gruppi di lavoro come uditori ed hanno diritto di essere consultati sulle iniziative in corso di adozione. Per altri due Paesi, la Romania e la Bulgaria, la data di ingresso è prevista per il 2007.

La reale integrazione dei mercati di valori mobiliari e la capacità di assicurare un'adeguata regolamentazione e vigilanza di tali mercati rappresenta, tuttavia, una sfida per tutte le parti interessate.

L'apertura dei mercati rappresenta un'opportunità di espansione per le imprese dei Paesi dell'Unione e per i Paesi candidati. E', tuttavia, necessario mantenere la "fiducia" nei mercati e la stabilità dei sistemi al fine di garantire adeguata protezione agli investitori e, in particolare, ai risparmiatori.

L'ingresso dei Paesi candidati comporta, per il mercato mobiliare, l'applicazione del principio del cosiddetto "passaporto europeo" basato sul "mutuo riconoscimento" delle autorizzazioni e della vigilanza. Questo implica che gli intermediari finanziari italiani (così come quelli degli altri Paesi dell'Unione) potranno liberamente stabilirsi attraverso succursali nei Paesi candidati o prestare i loro servizi in via trasfrontaliera "cross-border" sulla base dell'autorizzazione delle competenti autorità italiane (Consob e Banca d'Italia) e, viceversa, che soggetti (banche e imprese di investimento) autorizzate nei Paesi candidati potranno liberamente fornire i loro servizi in tutti gli altri Paesi dell'Unione.

Il principio del "passaporto europeo" può operare sull'intero territorio dell'Unione in quanto esiste un'armonizzazione delle condizioni di autorizzazione, operatività e vigilanza degli intermediari, nonché sulle condizioni di ammissione dei titoli alla quotazione che si fonda su direttive adottate a partire dalla fine degli anni 70, costantemente aggiornate e perfezionate (si pensi al Piano d'Azione per realizzare il mercato interno integrato dei servizi finanziari entro il 2005 approvato dal Consiglio Europeo di Lisbona). Il buon funzionamento del mercato interno dei servizi finanziari presuppone, inoltre, una costante collaborazione tra le autorità di vigilanza che, anche a seguito delle raccomandazioni formulate dal cosiddetto Comitato Lamfalussy (approvate dal Consiglio Europeo di Stoccolma e dal Parlamento Europeo) ha trovato la sua sede formale nel CESR (European Committe of Securities Regulators) formalmente istituito dalla Commissione Europea con decisione del giugno 2001.

E', pertanto, di fondamentale importanza assicurare che il cosiddetto 'acquis comunitario' sul mercato interno dei servizi finanziari sia pienamente recepito e siano adottate norme adeguate per quanto attiene l'autorità di vigilanza di settore. In particolare, che ne sia assicurata l'indipendenza, l'imparzialità, la capacità di "enforcement" e la disponibilità a prestare la cooperazione necessaria alle autorità di vigilanza di altri Paesi nonché ad interagire con le stesse. E', altresì, importante che lo staff dell'organo di controllo sia adeguatamente retribuito così da contenere per quanto possibile fenomeni di corruzione e abuso di informazioni riservate e mantenere un personale tecnicamente qualificato.

Le borse dei Paesi candidati hanno dimensioni ridotte, i volumi intermediati sono poco significativi, gli emittenti sono spesso scarsamente trasparenti, le regole di "corporate governance" non particolarmente sviluppate ed il controllo, in un numero significativo di casi, risulta tuttora saldamente tenuto dalla "mano pubblica". I servizi di "post trading" appaiono essere poco efficienti e talvolta non efficaci. Gli intermediari, in particolare, gli intermediari non bancari sono scarsamente capitalizzati, anche ove le direttive in materia di adeguatezza patrimoniale sono state recepite i requisiti sono stati fissati alla soglia minima consentita.

Il principio del passaporto europeo cui si è fatto cenno in precedenza fa sì, tuttavia, che prodotti finanziari emessi o negoziati sui quei mercati possano essere liberamente collocati in tutta l'Unione e che gli intermediari possano liberamente circolare in Europa. Si potrebbero, pertanto, ipotizzare situazioni di cosiddetto "dumping" regolamentare che possono, tuttavia, considerato il particolare settore avere conseguenze sia per la protezione del risparmio investito che per la stabilità del sistema.

La Commissione Europea, seppure all'inizio del processo di allargamento sembrava avere sottovalutato gli aspetti connessi al possibile impatto dell'allargamento sul mercato mobiliare, è adesso ben consapevole della necessità di assicurare che l'integrazione non crei un "unlevel playing field" e non abbia impatti negativi sulla stabilità.

Il rapporto strategico pubblicato nell'autunno del 2002 ed i rapporti relativi ai singoli Paesi riconoscono che progressi sono stati fatti, in molti casi la legislazione è stata allineata ma, soprattutto per quanto riguarda i mercati mobiliari, sono necessari ulteriori progressi in tempi ravvicinati. Al fine di raggiungere l'obiettivo la Commissione Europea ha previsto forme di assistenza ai Paesi Candidati tramite progetti finanziati dal fondo Phare o dal fondo TAIEX e, la Direzione Generale Mercato Interno, responsabile per l'"acquis comunitario" di settore (in cooperazione con la Direzione Generale Allargamento) ha promosso fin dal 2001 i cosiddetti "peer review", ovvero missioni di breve periodo di gruppi di esperti forniti dalle autorità di controllo degli Stati Membri nei Paesi Candidati per valutare i sistemi di vigilanza e la loro rispondenza agli standards internazionali, formulando ove necessario, raccomandazioni per i necessari miglioramenti. La Commissione Europea, infatti, ha da tempo riconosciuto che se i propri funzionari sono in grado di valutare la formale rispondenza delle legislazioni all'"acquis", per poter valutare la "capacità di vigilanza" dell'autorità di controllo sono necessari veri e propri esperti.

Le raccomandazioni formulate dagli esperti nel corso dei "peer review" vengono discusse con la Commissione Europea che le trasforma in un "Action Plan" per il Paese candidato che si impegna a darvi attuazione secondo le scadenze concordate. Il rispetto delle scadenze viene poi verificato nel corso di un successivo "peer review".

La Consob è stata sensibile ai problemi posti dall'allargamento e alla necessità di fornire supporto alle autorità di vigilanza dei Paesi candidati (e anche di quelli non candidati ma legati all'Unione da Accordi di Associazione come l'Albania) ben prima della finalizzazione dell'Agenda 2000.

Sin dalla metà degli anni novanta, la Consob ha organizzato programmi di formazione per il personale degli organi di controllo dei paesi candidati all'Unione Europea, ha fornito i propri esperti per i "peer review" (Polonia, Malta e Romania), per progetti finanziati dal TAIEX e dal fondo Phare. In particolare, nel 2000-2001 Consob ha partecipato come "junior partner" ad un gemellaggio con la Polonia gestito dalla COB francese mentre nel 2002 ha concluso un accordo di gemellaggio con la Romania, attualmente in corso di svolgimento, ed ha trasferito a Bucarest per un anno un proprio Consigliere Pre-Adesione per gestire un complesso progetto che prevede attività "in loco" anche da parte di altre istituzioni interessate al processo di allargamento quali la Banca d'Italia, la Borsa Italiana S.p.A. e la Monte Titoli S.p.A. La Consob ha, altresì assicurato la disponibilità al Ministero dell'Economia e delle Finanze di un congruo numero di esperti da impiegarsi nel corso di un gemellaggio con la Repubblica Ceca nel settore del mercato dei valori mobiliari.

La Consob, inoltre, ove le legislazioni locali lo consentivano ha già provveduto a concludere accordi per lo scambio di informazioni riservate a fini di vigilanza con le commissioni di valori dell'Ungheria (14 settembre 1998), della Polonia (4 maggio 2000), della Slovenia (23 maggio 2002) e della Repubblica Ceca (25 maggio 2002) mentre nel marzo 1996, era stata sottoscritta con l'autorità di Malta un'intesa per il mantenimento della confidenzialità delle informazioni scambiate. La Consob sta attualmente negoziando un accordo di cooperazione con la Commissione di valori slovacca ed altre iniziative per accordi con altre autorità sono allo studio.

 

Allegato 1:Dati capitalizzazione di borsa titoli quotati tabella da FESE/FIBV (per i dati disponibili)

SCHEDE

ESTONIA

UNGHERIA

CIPRO

SLOVENIA

POLONIA

REPUBBLICA CECA

LETTONIA

LITUANIA

MALTA

SLOVACCHIA