L'ADOZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI E IL BILANCIO DELLE BANCHE: IL PROGETTO IAS - ABI
"Il recepimento dei principi contabili internazionali:
impatti sulla normativa per la regolamentazione dei mercati"
Intervento del dott. Antonio Rosati
Funzionario Generale
ABI - Palazzo Altieri
Roma, 28 ottobre 2002
1.Desidero innanzi tutto ringraziare, a nome dell'Istituto che rappresento e mio personale, l'ABI per l'invito che mi ha rivolto a partecipare a questo convegno.
Il tema - è inutile dirlo - è di straordinaria attualità. Lo attesta la recente adozione da parte del Parlamento europeo (12 luglio 2002) del Regolamento (CE) n. 1606/2002, relativo all'applicazione dei principi contabili internazionali, che fissa (art. 4) al 1° gennaio 2005la data dalla quale le società aventi titoli ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato di uno Stato membro redigeranno i loro conti consolidati in conformità ai principi contabili internazionali.
Ma il tema è di grande interesse anche per la trasparenza e l'efficienza dei mercati finanziari. L'efficienza dei mercati - è noto - riposa innanzi tutto sulla completezza ed attendibilità dell'informazioni fornite dagli emittenti; e queste sono "conditio sine qua non" perché i prezzi possano formarsi in modo efficiente in condizioni di simmetria informativa.
Le recenti vicende di alcune imprese americane attestano ciò in modo incontrovertibile.
Il "caso Enron o World Com" sono noti e non mi attarderò su di essi.
Meno noto è forse il caso Xerox, che tra il 1997 e il 2000 anticipava in parte i redditi provenienti dai contratti di leasing, aumentando le proprie performance di circa il 33%, allo scopo evidente di corrispondere alle aspettative del mercato. Ovvero il caso della società farmaceutica irlandese che costituiva con altri soci tante piccole società per finanziare la ricerca e lo sviluppo. In tal modo le "spese di ricerca" diventavano "partecipazioni" ed a queste joint venturesvendeva licenze farmaceutiche, aumentando i ricavi ed evitando che i costi deprimessero gli utili.
Inutile dire che, quando queste pratiche contabili sono state scoperte, i titoli sul mercato sono crollati. L'affidabilità dei conti è essenzialeper l'efficienza del mercato.
2.L'attività di emissione di titoli e, dunque, l'investimento è fenomeno che interessa sempre meno un singolo mercato o un singolo paese, ma che tende sempre più a superare i confini nazionali e - possiamo ormai dire - gli stessi confini europei. Numerosissime sono le società europee quotate sui mercati americani, ma numerose sono anche le società extraeuropee quotate nei mercati della Unione Europea.
Un sistema di principi contabili è un insieme di regole e di criteri sostanzialmente volti a fornire una unità di misura che consenta appunto di "misurare" il patrimonio ed il reddito di esercizio.
E' evidente che, se regole e criteri non sono omogenei, ovvero l'unità di misura non è omogenea, la valutazione del patrimonio e del reddito di una stessa azienda in uno stesso periodo darà risultati diversi.
Queste cose sono note, quasi banali. Eppure suscita sempre una certa sorpresa, o piuttosto perplessità, la lettura di un bilancio di una società italiana quotata presso il NYSE, o la lettura delle tavole di riconciliazione tra i principi contabili nazionali e gli US GAAP.
(dati in /mln) 2001 |
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Principi Nazionali |
US GAAP |
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Patrimonio |
Reddito |
Patrimonio |
Reddito |
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IMI SANPAOLO | 8.476,0 | 1.203,0 | 11.607,0 | 571,0 |
ENI | 27.483,0 | 7.7751,0 | 28.440,0 | 6.317,0 |
LUXOTTICA | 666,4 | 350,6 | 1.342,8 | 316,4 |
Perché sorpresa, perché perplessità? Perché ritengo che anche al più avveduto dei contabili alla fine una domanda venga spontanea - anche se non completamente corretta - ma quale è il reddito vero o il patrimonio vero?
Per non parlare poi dello sconcerto e del disorientamento che tale circostanza genera nel mercato. Ma qual'è l'EPS giusto o il " Book value" giusto? E cosi via, in una sequenza di amletiche domande che non avranno mai risposta.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto quanta importanza abbia per i mercati finanziari internazionali poter fare riferimento ad un sistema di regole unico, ad una unità di misura unica: i principi contabili internazionali emanati dallo IASB e raccomandati dallo IOSCO.
Tutto questo ovviamente non sarà a costo zero per le imprese, il passaggio da un sistema contabile nazionale ad un altro sistema contabile comporta necessariamente dei costi. La valutazione complessiva non può che avvenire in una logica di mercato: occorre cioè che i costi dell'informazione siano inferiori ai benefici che le imprese possano trarne. In uno scenario in cui è destinato a ridursi il finanziamento diretto del sistema bancario alle imprese e ampliarsi quello dalle stesse direttamente attinto dai mercati azionari e obbligazionari, il beneficio fondamentale è rappresentato dalla possibilità di accesso da parte delle imprese a questi canali, fondamentali per l'ottimizzazione della struttura finanziaria e la minimizzazione del costo del capitale.
In altri termini, l'accesso alla componente autenticamente internazionale del mercato dei capitali rappresenta il beneficio fondamentale rispetto al quale valutare il costo della regolamentazione sull'informazione contabile.
Ciò nondimeno, è mia convinzione, poiché i costi saranno immediati, mentre i benefici saranno più diluiti nel tempo, è mia convinzione, dicevo, che qualche impresa rinuncerà alla quotazione.
3.Le aspettative che il mercato ha nei confronti di un sistema di principi contabili sono in sintesi:
Ci si può chiedere, in particolare, a che cosa gli operatori del mercato sono interessati?
La mia opinione è che il mercato è interessato a conoscere:
- il valore economico del capitale di impresa;
- la qualità della gestione;
- l'andamento anche stagionale dei risultati.
Ebbene, si può affermare che il sistema dei principi internazionali emanati dallo IASB tende nelle sue regole di trasparenza e di valutazione a rispondere proprio a tali aspettative e a tali interessi; e vedremo come. Farei subito una distinzione tra IAS finalizzati alla disclosuree IAS più strettamente contabili; una distinzione che successivamente lascerei cadere e vedremo il perché. Annovererei tra gli IAS finalizzati alla trasparenza:
IAS 14 - Segment Reporting
IAS 24 - Related Party Disclosures
IAS 33 - Earning per Share
La distinzione non trova riscontro nella legge e nei principi contabili nazionali e lascia comprendere una differenza importante tra i due sistemi contabili: se l'obiettivo dei due sistemi è certamente la misurazione del reddito di esercizio e del patrimonio netto, nel sistema dei principi internazionali è chiara la finalizzazione a capire come quel reddito e quel patrimonio netto si formano.
Si pensi, in questo senso, all'importanza dello IAS 14 - peraltro raccomandato dalla Consob con comunicazione DAC/98084143 del 27.10.1998 - relativamente alle informazioni da fornire in bilancio in merito all'andamento della gestione nelle diverse categorie di attività e delle aree geografiche nelle quali le imprese operano, per le quali devono essere fornite alcune componenti economiche e finanziarie significative.
Non meno importante agli stessi fini è lo IAS 24.
La Consob già con comunicazione DAC/97001574 del 20 febbraio 1997 in materia di controlli societari aveva raccomandato che nella relazione sulla gestione redatta dagli amministratori fossero fornite specifiche e puntuali informazioni in merito alle operazioni con parti correlate. La stessa Commissione aveva successivamente - con comunicazione DAC/98015375 del 27 febbraio 1998 - indicato lo IAS 24 come utile punto di riferimento allo scopo di chiarire quali informazioni fornire nei conti annuali e consolidati sulle transazioni con parti correlate, allo scopo di permettere una adeguata comprensione degli effettisulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società e del gruppo.
In tale sede, la Commissione raccomandò che particolare attenzione fosse posta alle informazioni circa l'interesse dell'emittente al compimento delle operazioni, ivi incluse le operazioni atipiche o inusuali, per tali intendendosi quelle estranee alla normale gestione d'impresa.
E' appena il caso di ricordare che, più recentemente - con la comunicazione DEM/2064231 del 30 settembre 2002 - la Consob è tornata sull'argomento, individuando la nozione di parti correlate ai fini del nuovo articolo 71bis introdotto nel Regolamento Emittenti - con delibera n. 13616 del 12.6.2002 - ed allo scopo sostanziale di rendere noti gli elementi fondamentali delle operazioni con parti correlate contestualmente alla loro realizzazione, senza dover attendere la pubblicazione dei conti annuali.
Ultimo, ma non meno importante, lo IAS 33. Questo principio chiarisce in modo univoco la "vocazione" degli IAS come standard di imprese aventi il loro capitale "aperto al pubblico risparmio" o comunque imprese che hanno proprie azioni scambiate su un mercato. E' noto il ricorso rilevante che gli analisti finanziari fanno alla grandezza dell'EPS ( Earning per share) come elemento "fondamentale" su cui basare le loro valutazioni di mercato; si comprende allora facilmente quanto importante sia prevedere regole uniformi di calcolo di tale parametro allo scopo di ottenere una confrontabilità affidabile tra diverse società emittenti e tra i diversi analisti finanziari.
Può essere "letto" in questo stesso senso lo IAS 8 ( Net Profit or Loss for the Period, fundamental errors and changes in accounting policies) in quanto tende a chiarire la "qualità" del reddito di impresa.
4.Passando agli "standard contabili" in senso stretto, accennerei, ad alcune importanti differenze che caratterizzano gli IAS rispetto alle direttive contabili comunitarie e alla normativa nazionale.
Tra i principi informatori che ispirano l'intero sistema degli IAS e che, al tempo stesso, costituiscono differenze rilevanti rispetto al sistema nazionale, sono da richiamare:
a) la prevalenza della sostanza sulla forma;
b) la valutazione secondo il criterio del " fair value".
Sul primo punto, occorre dire che proprio al fine di ottenere una adeguata comparabilitàdi situazioni, il sistema richiede che la stessa situazione economica deve avere una stessa rappresentazione contabile, mentre diverse situazioni economiche devono avere diverse rappresentazioni contabili. Da qui discende che il trattamento contabile del fatto amministrativo deve porre attenzione alla realtà economica prima ancora che alla sua forma giuridica. Per comprendere la portata di questo principio è appena il caso di pensare al trattamento contabile del leasing.
Sul secondo punto(" fair value"), occorre anzitutto chiarire che per " fair value" si intende il valore a cui un bene può essere scambiato tra due parti consapevoli e consenzienti in una libera contrattazione.
I casi per i quali viene richiesta l'applicazione del " fair value" nei principi dello IASB sono:
IAS 16 ( Property, plant equipment);
IAS 38 ( Intangible assets);
IAS 39 ( Financial instruments);
IAS 40 ( Agricultural Products);
IAS 41 ( Investiment property).
La valutazione secondo il criterio del " fair value" risponde esattamente a quelle aspettative del mercato di cui parlavo poco fa: utilizzo immediato dei dati di bilancio per le decisioni finanziarie. In particolare, tale valutazione consente di ottenere la misura del flusso di reddito coerente con un patrimonio valutato secondo il sistema di prezzi relativi in cui l'impresa si trova ad operare alla data del bilancio.
La valutazione a " fair value" consente inoltre di apprezzare la qualità della gestione degli amministratori, valutando, tra l'altro se, ed in che misura, gli stessi amministratori sappiano cogliere le opportunità finanziarie espresse dal mercato in termini di capacità di sfruttare l'andamento dei prezzi, dei tassi di cambio e dei tassi di interesse.
Non vi è dubbio che l'adozione del " fair value" può indurre una maggiore variabilità dei risultati delle imprese, ma è da ritenere che quella variabilità corrisponda unicamente ad una rappresentazione fedele della concreta situazione economica che l'impresa si trova a dover fronteggiare, situazione che merita di essere conosciuta dagli investitori. Un problema importante che discende da tale valutazione è che, all'interno del risultato di esercizio, si amplierà la componente di valutazione (utile o perdita che sia!) rispetto alla componente effettivamente realizzata; ciò non può significare tuttavia non fare emergere tale componente, ma deve più propriamente porre il problema degli effetti fiscali e della distribuzione degli utili agli azionisti.
5.Avevo introdotto poco sopra una distinzione tra standarddi trasparenza e standard più strettamente contabili, ma avevo aggiunto che successivamente avrei fatto cadere tale distinzione. In effetti, a ben vedere, si nota subito che, nel sistema degli IAS, ogni standard ha i suoi " item" di trasparenza. Nel complesso del sistema si contano circa 400 " item" di trasparenza.
In altri termini, per redigere un bilancio secondo i principi contabili internazionali, non sarà sufficiente applicare correttamente un certo criterio di valutazione, ma occorrerà rispondere in modo completo alle informazioni richieste (1) anche per tale caratteristica, come si è già visto per altre, il sistema dei principi emanati dallo IASB si pone come il più adatto a fornire risposte sulla qualità del reddito di impresa e sulla formazione dello stesso per area di business, piuttosto che per diverse poste contabili.
Vorrei ora soffermarmi brevemente sullo IAS 22, ( Business Combination) in quanto introduce una differenza di grande rilievo nel trattamento contabile nazionale delle aggregazioni di imprese. Tale principio, dopo aver fornito le definizioni di aggregazione di imprese, acquisizione e unione di imprese, stabilisce che una aggregazione di imprese, classificata come acquisizione, deve essere contabilizzata facendo ricorso al metodo dell'acquisto. Mentre la contabilizzazione di una fusione risultante da una unione di imprese deve avvenire utilizzando il metodo dell' aggregazione dei valori, secondo i valori presenti in bilancio.
E' appena il caso di rilevare che, secondo questa impostazione, la gran parte delle operazioni di fusione dovrebbero essere contabilizzate secondo il metodo dell'acquisto e quindi facendo emergere nel bilancio i valori correnti delle attività e/o passività entrate nel bilancio di fusione, oltre all'eventuale avviamento positivo o negativo.
Una idea dell'impatto dei due diversi trattamenti contabili può essere ottenuta dall'esame del bilancio 2001 dell'IMI San Paolo, atteso che la fusione delle due banche a suo tempo è stata contabilizzata secondo i "valori di libro" nel bilancio italiano e secondo il metodo dell'acquisto nel bilancio redatto secondo gli US GAAP.
Al 31.12.2001 - per effetto del metodo dell'acquisto - risultavano allocate tra le attività della banca, per effetto della fusione, maggiori valori delle immobilizzazioni per 997 mln e maggiori valori per avviamento per 3469 mln ; questi dati spiegano gran parte delle differenze tra il patrimonio netto contabile e il reddito d'esercizio nei due bilanci, così come ho ricordato al precedente punto 2. di questa relazione.
Vorrei, infine, per concludere in tema di principi contabili, accennare ad una certa evoluzione conosciuta dalla c.d. "finanza innovativa" negli anni più recenti; mi riferisco a strumenti più vecchi come il leasingo il factoring, o strumenti più recenti come la cartolarizzazione e i prodotti derivati. La contabilizzazione di tutti questi strumenti, e mi riferisco in questo momento a società diverse da banche e assicurazioni, ha un denominatore comune nel senso che tutte finiscono "sotto la linea", nella più completa opacità.
In questo senso devono necessariamente soccorrere l'utilizzazione sia del principio della prevalenza della sostanza sulla forma e sia dello IAS 39, in materia di strumenti finanziari. L'alternativa potrebbe significare esporre queste società ed il mercato a gravi rischi di " default".
6.Vorrei chiudere questo mio intervento affrontando brevemente due punti :
- Vigilanza sull'applicazione delle regole contabili;
- Effetti dell'adozione degli IAS sulla regolamentazione degli emittenti quotati.
I recenti eventi americani hanno solo confermato quanto la stessa Commissione Europea aveva affermato nell'impostare la propria strategia di miglioramento dell'informazione finanziaria:
- nessun sistema di regole, per quanto sofisticato, può da solo garantire la qualità dell'informazione che effettivamente giunge agli investitori, se l'applicazione delle regole stesse non è assistita da adeguate forme di controllo interno ed esterno;
- la creazione di un mercato unico dei capitali non può prescindere dall'armonizzazione delle regole del controllo.
Un sistema di controllo efficace ed efficiente deve necessariamente contare su un mix di controlli sia endosocietari e sia esterni all'impresa.
La prima linea di salvaguardia deve risiedere in un adeguato sistema di corporate governance,a cui deve aggiungersi un sistema di controlli esterni all'impresa ed indipendenti dagli interessi del management.
I recenti eventi internazionali e l'esperienza quotidiana dei mercati finanziari richiedono che questo sistema sia assistito da una vigilanza di ultimo livello che operi unicamente nell'interesse degli investitori e del buon funzionamento dei mercati.
A tale proposito, nell'emanare il regolamento sugli IAS l'Unione Europea ha chiesto al CESR di elaborare criteri e meccanismi comuni per la vigilanza.
Una prima tappa è stata raggiunta la scorsa settimana con l'emanazione da parte dei securities regulators europei di un documento nel quale vengono indicati i principi generali per la vigilanza: lo Statement of Principles on the Definition and Methods of Enfocement.
Questo documento, pubblicato sui siti internet di tutti i regulators europei, per la prima volta tenta di delineare principi di generale condivisione su che cosa debba intendersi per vigilanza (monitoraggio e correzione delle violazioni delle regole ce siano di reale impedimento alla formazione delle decisioni del mercato). Inoltre, vengono indicate metodologie (campionamento e controlli ex post) che, coniugando esigenze di controllo e di contemperamento dei costi, potrebbero condurre ad una reale creazione di un network di regulators europei atti a contribuire all'affidabilità dell'informazione finanziaria.
Lo Statement of principlesè un documento di discussione sottoposto ai commenti di tutte le parti interessate. I commenti dovranno pervenire entro gennaio del prossimo anno e, debitamente valutati, condurranno entro marzo alla finalizzazione di quei principi.
* * *
Passerei ora a provare ad immaginare gli effetti che l'adozione degli IAS potrà avere sulla regolamentazione degli emittenti quotati.
Due sono gli effetti che vedrei possibili: l'uno più scontato, l'altro certamente meno.
L'adozione degli IAS nella redazione dei conti annuali e consolidati comporterà per gli emittenti l'utilizzazione di quei principi per tutta l'informazione periodica; vale a dire per la redazione semestrale e , per quanto applicabili, per le relazioni trimestrali.
Meno scontato e, allo stato attuale, solo immaginabile, è l'effetto che l'adozione degli IAS nei conti annuali potrà avere sulla regolamentazione dei prospetti informativi. Ricordo che un emittente quotato deve redigere e pubblicare un prospetto ogni volta che emette nuovi strumenti finanziari o per essi richiede l'ammissione alla quotazione.
Il regolamento vigente - delibera n°11971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche - prevede in alternativa (v. art. 6 e art. 54) che gli emittenti redigano ogni anno, contestualmente al bilancio o alla relazione semestrale, una nota di accompagnamento (documento informativo sull'emittente); questo documento, unitamente a poche altre informazioni sullo strumento finanziario da emettere o da quotare può essere utilizzato come prospetto informativo per la sollecitazione del pubblico risparmio ovvero per l'ammissione alla quotazione. Fin qui la previsione regolamentare vigente (cd. " shelf registration").
In sostanza, la strada che il Regolamento Emittenti già contiene, seppure come via alternativa, è quella di avvicinare sempre più il bilancio di esercizio al prospetto informativo, aggiungendo al bilancio alcune informazioni ulteriori che riguardano: i "moltiplicatori di prezzo", le informazioni per segmento di " business", le informazioni di mercato.
Non è difficile immaginare, per tutto quanto fin qui detto, che un bilancio redatto secondo gli IAS possa, con brevi informazioni aggiuntive, essere utilizzato come "documento informativo dell'emittente" ai sensi dell'art. 6 del Regolamento Emittenti; semplificando in modo drastico gli adempimenti da assolvere da parte di una società quotata che voglia emettere o quotare nuovi strumenti finanziari.
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1. Nel caso delle rimanenze di esercizio ad esempio, nelle note al bilancio devono essere riportati:
a) i criteri contabili adottati nella valutazione delle rimanenze, inclusa la metodologia di determinazione del costo;
b) il valore totale delle rimanenze ed il valore delle diverse classi di rimanenze di cui è composto il magazzino;
c) il valore iscritto delle rimanenze iscritte a valore realizzabile netto;
d) l'ammontare di qualsiasi ripresa di valore che è riportato come provento nell'esercizio;
e) le circostanze o i fatti che hanno condotto alla ripresa di valore;
f) il valore delle rimanenze a garanzia di passività.
Quando la valutazione del magazzino è effettuata con il metodo LIFO, le note devono indicare la differenza tra l'importo iscritto nello stato patrimoniale e, in alternativa:
a) il minore dell'importo ottenibile dall'applicazione del par. 21 e il valore realizzabile netto;
b) il minore del costo corrente alla data di chiusura dell'esercizio e il valore realizzabile netto.
Nelle note deve essere riportato:
a) il costo delle rimanenze imputato come spesa nell'esercizio; o
b) i costi operativi, relativi ai ricavi, imputati come costo nell'esercizio, classificati per natura.