Gli intermediari finanziari

Gli intermediari finanziari

Gli Intermediari Finanziari collegano i soggetti con surplus finanziario – i c.d. centri di formazione del risparmio, tipicamente individui e famiglie – e unità in deficit finanziario (che intendono realizzare investimenti), tipicamente le imprese, favorendo la trasformazione del risparmio in investimenti produttivi.

L'attività bancaria di concessione del credito alle imprese e alle famiglie è forse la funzione d'intermediazione finanziaria oggi più conosciuta.

Alla base di questa attività c'è l'importante lavoro di raccolta e gestione delle informazioni relative allo stato dell'economia nel suo complesso (informazioni pubbliche) e alla solidità patrimoniale e alla redditività attesa futura dei soggetti che richiedono credito (informazioni private).

Il rapporto tra la banca creditrice e l'impresa debitrice è di natura fiduciaria in quanto il creditore deve fare assegnamento sulla veridicità e completezza delle informazioni (private) acquisite e sul comportamento del debitore in termini di correttezza, diligenza professionale e rispetto delle leggi.

In effetti, tutte le attività d'intermediazione finanziaria sono fondate sull'acquisizione continua e l'elaborazione di informazioni di natura economica. La qualità di queste informazioni (per esempio, la loro autenticità) incide sulla capacità di compiere scelte ragionate e assumere rischi misurabili. Si veda per esempio il caso dell'attività di gestione di portafogli di strumenti finanziari in cui fondamentale è la costruzione di scenari economici futuri per la gestione  dei rischi connessi agli investimenti.

In senso generale, gli intermediari finanziari mettono in collegamento tutti gli agenti economici (famiglie, imprese, Stato). Tanto più elevata è la loro capacità di indirizzare risorse verso gli investimenti più produttivi, tanto maggiore sarà il grado di crescita dell'economia nel suo complesso. Ovviamente vale anche l'inverso, come dimostrato ampiamente (e duramente) dalla crisi finanziaria originatasi nel biennio 2007-2008 ed estesasi su scala mondiale negli anni successivi.

E' oggetto di discussione se sia al giorno d'oggi configurabile con certezza l'attività bancaria nell'ambito della più generale attività di intermediazione finanziaria.

Il tratto più caratteristico che differenzia la banca dagli altri intermediari finanziari è rinvenibile dal lato della raccolta, costituita essenzialmente da depositi e conti correnti, che sono passività finanziarie a breve rimborsabili al valore nominale e sono parte dell'offerta di moneta (moneta bancaria) in quanto costituiscono mezzi di pagamento.

I fondi così raccolti sono poi utilizzati per finanziare le imprese e la pubblica amministrazione (al pari di altri intermediari finanziari), accettando di tenere in portafoglio le attività finanziarie emesse da quest'ultime (obbligazioni, buoni del Tesoro, scoperti di conto corrente, cambiali ecc.).

In questo modo, le banche attuano  una funzione di  trasformazione delle scadenze (e dei rischi) perché esse, grazie alla gestione della propria struttura finanziaria, consentono di soddisfare  la preferenza per la liquidità e/o la tolleranza al rischio di perdita del capitale propria delle unità in surplus (i risparmiatori individuali che hanno un diritto al rimborso dei fondi) con le esigenze delle unità in deficit di avere risorse stabili sotto la veste di finanziamenti con scadenze non a breve termine (sulla base di contratti che attribuiscono comunque alla banca il diritto alla restituzione delle somme prestate).

La banca sopporterà anche il rischio di insolvenza (ossia il rischio che il debitore non paghi gli interessi periodici e/o non restituisca il capitale) e per questo è incentivata a condurre una continua e approfondita analisi delle condizioni di solvibilità dell'impresa finanziata.

Le banche commerciali, specializzate nell'attività di prestare credito, sono tipicamente fornitrici di risorse finanziarie a famiglie e, soprattutto, a imprese piccole e medio-piccole che hanno limitate possibilità di utilizzare i mercati finanziari per soddisfare i propri fabbisogni di liquidità.

Se si esclude la raccolta a vista del risparmio privato (depositi bancari a vista e depositi bancari a tempo, libretti di risparmio postali e buoni fruttiferi postali) - che, come abbiamo già accennato, è una prerogativa delle banche - gli intermediari finanziari nel loro complesso svolgono una pluralità di attività e servizi finanziari che possono essere così riassunti secondo una logica funzionale:

  • operazioni di pagamento/incasso di denaro (in connessione a trasferimenti di fondi, scambi commerciali tra imprese domestiche e internazionali, spese per consumo individuali, stipendi e salari, regolamento di investimenti/disinvestimenti finanziari, altre spese o incassi);
  • gestione di carte di credito/debito;
  • prestiti monetari (nelle diverse forme possibili);
  • rilascio di garanzie e di impegni di firma;
  • intermediazione non discrezionale (senza delega) di strumenti finanziari per l'investimento del risparmio privato (raccolta e trasmissione, negoziazione c/terzi di ordini di compravendita di strumenti finanziari in mercati organizzati e distribuzione di prodotti finanziari);
  • consulenza in materia di investimenti in prodotti finanziari;
  • intermediazione discrezionale (su delega-mandato) del risparmio finanziario privato con diversificazione dei rischi di portafoglio (attività di gestione di patrimoni collettivi e individuali);
  • organizzazione di (o partecipazione a) sindacati di collocamento - al pubblico e/o riservato (c.d. private placement) - di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni o ibridi) per conto di società-emittenti, con o senza assunzione di garanzia o preventiva sottoscrizione a fermo;
  • investimenti diretti di risorse finanziarie.