Congiuntura 2024 - AREA PUBBLICA
RAPPORTO CONGIUNTURA 2024
Tendenze e sfide per il settore finanziario italiano
Il Rapporto si articola in quattro sezioni che affrontano ognuna un argomento specifico, sviluppati partendo dalle analisi riportate nell’Appendice che accompagna il documento. La prima sezione illustra l'attuale congiuntura macroeconomica caratterizzata dal persistere di incertezze legate sia alle tensioni geopolitiche sia alla debole crescita economica che interessa i paesi dell’area euro; nella seconda sezione si propone un’analisi comparata delle dimensioni e delle caratteristiche del mercato dei capitali italiano ed europeo nel panorama internazionale, mostrando dati e approfondimenti circa il grado di partecipazione ai mercati dei capitali degli investitori istituzionali e retail; la terza sezione esamina i livelli di indebitamento del settore pubblico e privato e le prospettive future, in un contesto di tassi di interesse più elevati rispetto ai livelli storicamente bassi del decennio antecedente al 2022 e di condizioni di produttività ancora piuttosto contenute; nella quarta sezione si analizzano le performance del mercato secondario nel 2024 e si propongono indicatori utili a valutare le condizioni di liquidità, volatilità e interconnessione tra mercati. L’Appendice contiene una grande quantità di analisi aggiuntive organizzate in sette sezioni dedicate a: quadro macroeconomico; mercati azionari; mercati obbligazionari; società non finanziarie; banche; famiglie; risparmio gestito.
L'attuale contesto economico si caratterizza per il persistere di incertezze legate sia alle tensioni geopolitiche sia alla crescita economica. ... leggi di più |
Quanto alle prime, oltre alla guerra in Ucraina, diversi altri conflitti interessano varie regioni del mondo, tra i quali risulta di particolare rilievo il conflitto in Medio Oriente. L'impatto di questi eventi sui mercati finanziari sembra essere al momento relativamente limitato, sebbene in futuro eventuali effetti avversi sui prezzi delle materie prime potrebbero incidere sulla dinamica dell’inflazione. Inoltre, i crescenti rischi geopolitici potrebbero influenzare l'economia reale anche attraverso l’impatto sul commercio estero e sulle catene globali del valore. A tal proposito, analisi proposte dalla World Trade Organization (WTO) indicano che il peso delle esportazioni di beni intermedi diversi dai combustibili fossili sul totale del commercio mondiale è diminuito dal 57% registrato all'inizio del 2022 al 53% nel giugno 2024, segnalando un leggero deterioramento delle catene globali del valore. |
Con riferimento all’andamento dell’economia reale, per il 2024, il tasso di crescita del PIL negli Stati Uniti è atteso in linea con i livelli pre-pandemia, mentre risulta significativamente più basso in Cina e nei principali paesi europei, fatta eccezione per l’Italia. ... leggi di più |
In particolare, tra i maggiori paesi dell’area euro, la Germania registra la performance peggiore in termini di crescita del prodotto, principalmente a causa delle persistenti difficoltà del settore manifatturiero. In questo contesto, la crescita del PIL in Italia mostra una dinamica positiva anche per effetto degli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ad agosto 2024, l’Italia aveva già ricevuto 113 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti, pari al 58% del totale delle risorse previste dal Piano. Nell’area euro, il rallentamento dell’economia nel 2024 ha inciso sulla dinamica dell’inflazione che è calata rispetto ai picchi osservati nel biennio 2022-2023. A dicembre, il tasso di crescita annuale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo si è collocato al 2,4% nell’area euro (1,4% in Italia), mentre la componente di fondo è rimasta più elevata (2,7% nell’area euro, 1,8% in Italia), trainata anche dai prezzi di servizi a elevata stagionalità, come il turismo. In questo contesto, la Banca Centrale Europea (BCE) ha ridotto i tassi di interesse di riferimento di 100 punti base nel periodo giugno-dicembre 2024. |
Le dinamiche macroeconomiche si sono riflesse sull’andamento dei mercati azionari che mostrano, in particolare, un divario in termini di performance fra Stati Uniti e area euro. ... leggi di più |
Nello specifico, lo S&P500 è cresciuto del 23% circa nel 2024, mentre lo EuroStoxx50 ha registrato un incremento dell’8%. Con riferimento ai maggiori paesi dell’area euro, le dinamiche osservate nell’ultimo anno sui mercati azionari sono state eterogenee: il mercato tedesco ha esibito la performance migliore, con l’indice Dax40 cresciuto del 19% circa, seguito dall’Ibex35 spagnolo (+15%) e dal FtseMib italiano (+13%). In Francia, invece, il Cac40 è calato del 2% circa. In questo quadro, i mercati europei continuano a caratterizzarsi per dimensioni strutturalmente inferiori rispetto al mercato statunitense. A settembre 2024, la capitalizzazione complessiva dei mercati azionari statunitensi in rapporto al PIL risultava superiore al 200%, a fronte del 60% osservato nell’area euro (38% in Italia). |
Entrambe le giurisdizioni registrano, altresì, una contrazione dei mercati azionari con il numero di società quotate in diminuzione ormai da diversi anni. ... leggi di più |
Il fenomeno del delisting interessa anche l’Italia dove, nel 2024, sono uscite dal mercato 29 società, 15 da EXM e 14 da EGM. Nel medesimo periodo il numero di società di nuova quotazione o ammesse alla negoziazione è stato pari a 23, di cui solo due sul mercato principale EXM e 21 su EGM. Si tratta di un fenomeno che conferma l’importanza di intensificare l’impegno volto alla piena realizzazione delle azioni delineate nel Piano per l’Unione dei mercati dei capitali (CMU) e tese a favorire un maggiore sviluppo dei mercati dell’Unione. |
A tal fine, un fattore cruciale è rappresentato dalla partecipazione degli investi-tori istituzionali ai mercati azionari, che in Europa risulta significativamente più bassa rispetto agli Stati Uniti: ... leggi di più |
a novembre 2024, la capitalizzazione di mercato delle prime 100 società statunitensi attribuibile agli investitori istituzionali risul¬tava pari al 74% circa a fronte del 42% riferibile alle prime 100 società europee. Con riferimento alla partecipazione degli investitori istituzionali ai mercati dei capitali, occorre osservare, inoltre, che tali investitori possono svolgere un ruolo chiave anche nel finanziamento delle PMI, poiché dotati di risorse consistenti e di orizzonti di investimento a lungo termine. Ad oggi, la loro partecipazione al capitale delle società quotate su EXM risulta piuttosto contenuto e comunque limitata alle società di maggiori dimensioni. |
Passando al settore del private equity e del venture capital, si osservano differenze di rilievo tra il contesto statunitense e quello prevalente in Europa. ... leggi di più |
Stime di analisti mostrano che, nei primi nove mesi del 2024, gli investimenti di private equity e di venture capital negli Stati Uniti sono stati pari a 1,8 e 3,2 volte quelli realizzati in Europa. Le risorse provenienti dai mercati privati possono costituire un'importante fonte di finanziamento sia per le imprese mature sia per quelle maggiormente innovative. Il loro ruolo nel sistema finanziario può essere considerato complementare a quello dei mercati dei capitali pubblici. Tuttavia, questi ultimi costituiscono anche un pilastro portante del sistema di tutela degli investitori poiché forniscono alle famiglie opportunità di investimento più accessibili, trasparenti e liquide rispetto alle opzioni private. A questo proposito, un obiettivo chiave della CMU è quello di promuovere una maggiore partecipazione, diretta e indiretta, degli investitori retail ai mercati dei capitali. Anche in questo ambito, i dati europei non risultano confortanti se paragonati con quelli statunitensi. Un’analisi delle attività finanziarie detenute dalle famiglie nelle due giurisdizioni mostra, infatti, che la partecipazione delle famiglie europee al mercato dei capitali è inferiore rispetto a quanto rilevato negli Stati Uniti. |
Un mercato dei capitali sviluppato, efficiente, di dimensioni adeguate e con buone prospettive di crescita risulta di fondamentale importanza anche per il finanziamento dell’economia reale, specie nell’attuale quadro congiunturale caratterizzato da condizioni finanziarie meno favorevoli rispetto al passato. ... leggi di più |
Nell'area euro, i tassi di interesse hanno mostrato una traiettoria discendente per tutto il 2024, dopo aver raggiunto il punto più alto alla fine del 2023. Aspettative di ulteriori cali dei tassi sono connesse all’assetto via via più accomodante che sta assumendo la politica monetaria nelle economie avanzate. Tuttavia, le incertezze connesse agli sviluppi geopolitici restano significative e i livelli prevalenti dei tassi di interesse potrebbero risultarne influenzati, mantenendosi comunque su valori superiori rispetto a quelli storicamente bassi registrati nel periodo antecedente al 2022. In un tale contesto risulta importante monitorare i rischi per la sostenibilità del debito e, più in generale, per la stabilità finanziaria, specie in settori o aree geografiche caratterizzati da un elevato livello di indebitamento. Con riferimento all’Europa, l'ecosistema delle società non finanziarie (SNF) si caratterizza per una maggiore dipendenza dal capitale di debito come fonte di finanziamento rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti. A giugno 2024, infatti, il rapporto tra capitale di debito e capitale proprio (debt-to-equity ratio) era pari al 47% per le imprese statunitensi, contro il 70% per le imprese dell'area euro (77% in Italia). I livelli di indebitamento delle imprese risultano elevati nell’area euro anche in rapporto al PIL, poiché negli USA l’indebitamento delle SNF rappresenta il 75% del PIL a fronte del 102% nell’area euro (60% in Italia). Il dato è mitigato dall’indebitamento delle famiglie che nell’area euro è pari al 52% del PIL (37% in Italia) a fronte del 71% registrato negli USA. All’indebitamento complessivo concorre anche il settore pubblico, con un debito che a giugno 2024 rappresentava il 120% del PIL negli USA, a fronte di una media dell’area euro pari all’88% (137% in Italia). |
Tutti i dati esposti finora mostrano come una delle principali sfide per l’Eurozona, e ancor di più per l’Italia, resti quella di favorire un cambiamento strutturale nell’assetto delle fonti di finanziamento dell’economia reale, al fine di garantire, attraverso la maggiore diversificazione, la resilienza del sistema finanziario nel suo complesso e sostenere una crescita della competitività delle imprese in un quadro globale sempre più complesso. ... leggi di più |
Accanto a tale obiettivo occorre osservare che il diffondersi di nuove tecnologie, assieme a benefici in termini di efficienza e produttività, implica anche rischi connessi alla sicurezza delle infrastrutture pubbliche e private, che necessitano di un adeguato monitoraggio. Analogamente, anche lo sviluppo dei mercati delle cripto-attività rappresenta un fenomeno che richiede attenzione ai fini della tutela degli investitori. Per facilitare l’accesso ai mercati dei capitali da parte delle imprese e consentire che maggiori risorse finanziarie vengano convogliate nei mercati pubblici è importante proseguire nella semplificazione del quadro normativo nonché intensificare le attività di educazione finanziaria per famiglie e imprese, in particolare PMI. Le considerazioni esposte nel Rapporto sono in linea con le azioni da intraprendere al fine di favorire il passaggio da una CMU a una Unione del Risparmio e degli Investimenti (Savings and Investments Union - SIU). |
Il Report è stato curato da:
Paola Deriu (coordinatrice) - CONSOB, Responsabile Divisione Studi e Regolamentazione (p.deriu@consob.it)
Valeria Caivano (coordinatrice) - CONSOB, Divisione Studi (v.caivano@consob.it)
Francesco Fancello - CONSOB, Divisione Studi e Regolamentazione (f.fancello@consob.it)
Monica Gentile - CONSOB, Divisione Studi e Regolamentazione (m.gentile@consob.it)
Alberto Noè - CONSOB, Divisione Studi e Regolamentazione (a.noe@consob.it)
Lucia Pierantoni - CONSOB, Divisione Studi e Regolamentazione (l.pierantoni@consob.it)
Greta Quaresima - CONSOB, Divisione Studi e Regolamentazione (g.quaresima@consob.it)
Gli autori ringraziano Francesco Scalese per le analisi illustrate nel Riquadro 1, ‘Mercato primario italiano’ e Giovanna Di Stefano per il contributo alle analisi illustrate nel Riquadro 2, ‘Investitori istituzionali nelle società quotate italiane’.
Le opinioni espresse nel Rapporto sono personali degli autori e non impegnano in alcun modo la Consob. Nel citare i contenuti del rapporto, non è pertanto corretto attribuirli alla Consob o ai suoi Vertici.
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