2022.06 Rapporto investimenti sostenibili e criptoattività - AREA PUBBLICA
RAPPORTO giugno 2022
Il Rapporto analizza le principali dinamiche in atto nell'ambito degli investimenti sostenibili e dei mercati delle criptoattività, anche con riguardo a profili che possono rilevare per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali della CONSOB.
Gli investimenti sostenibili Nell'ultimo biennio, gli investimenti sostenibili hanno conosciuto una crescita significativa, a fronte di un andamento altalenante dei principali benchmark azionari. ... leggi di più |
A livello globale e nell'ambito dell'area euro, gli indici che includono le società ritenute più attente ai temi della sostenibilità (anche indici ESG da ora in poi) hanno segnato un recupero rilevante rispetto al calo registrato nei primi mesi del 2020 in occasione dell'emergenza sanitaria innescata dal Covid-19, attestandosi a fine maggio 2022 su livelli superiori a quelli pre-pandemia. Sia nell'area euro sia in Italia, i benchmark ESG mostrano performance lievemente superiori rispetto a quelle dell'intero mercato e livelli di volatilità simili o di poco inferiori, a fronte di una composizione che replica per almeno il 70% quella del corrispondente indice generale di riferimento. Negli ultimi anni è cresciuto sia il numero di società quotate nell'area euro e in Italia assistite da uno score ESG sia il valore medio dello score (globale e per singolo fattore; dati Refinitiv). In ambito domestico, gli emittenti che godono di un punteggio più elevato si connotano per una maggiore capitalizzazione di mercato e una volatilità dei corsi azionari inferiore a quella delle altre società; essi, inoltre, sono più frequentemente attivi nei settori delle utilities e dell'energia. Sul fronte dell'offerta di strumenti finanziari sostenibili, l'Europa vede confermato il suo ruolo trainante: a giugno 2022, l'aggregato globale delle emissioni di obbligazioni ESG è infatti riferibile ai paesi europei per il 50% circa mentre il patrimonio di fondi comuni di investimento ESG europei pesa più dell'80% sul dato globale. Nel primo semestre 2022, le obbligazioni green costituiscono il 60% del totale emesso, seguite dalle obbligazioni sostenibili (ossia legate al finanziamento di progetti o attività con impatti positivi sotto il profilo sia ambientale sia sociale e pari al 26% del totale) e dalle emissioni social (ossia finalizzate a finanziare progetti a impatto sociale positivo, pari al 14% del totale). Tra i titoli green, poco più della metà è in linea con gli standard della Climate Bond Initiative (CBI), mentre nei restanti casi la connotazione green delle obbligazioni viene attestata solo dall'emittente (il dato è passato dal 10% nel 2021 al 23% nella prima metà del 2022). Nei maggiori paesi dell'area euro le emissioni di obbligazioni ESG sono riferibili in gran parte alle società finanziarie, seguite da quelle operanti nei settori utilities e trasporti e, dal 2020, a emittenti pubblici. In Italia, l'avvio nel 2021 di programmi pubblici ha dato impulso alla crescita delle emissioni di titoli green, colmando parzialmente il divario rispetto ai maggiori paesi dell'area euro. Con riguardo al comparto dei fondi ESG, a marzo 2022 si contano quasi 5 mila fondi europei, con un patrimonio complessivo prossimo a 2.300 miliardi di dollari, in crescita del 40% rispetto al primo trimestre dell'anno precedente. Analoga tendenza si osserva in Italia, dove alla fine del primo trimestre del 2022 il numero di fondi ESG è superiore a 1.900 (1.266 a marzo 2021), mentre il patrimonio promosso si è portato a 431 milioni di euro (295 a marzo 2021). |
Le criptoattività A partire dal 2020 il numero di criptovalute ha registrato una espansione crescente, passando da poco più di 2.400 a oltre 10.300 ad aprile 2022. ... leggi di più |
Anche la capitalizzazione ha registrato un aumento significativo, sebbene rimanga contenuta nel confronto con la capitalizzazione dei mercati azionari (2,5% del valore aggregato dello S&P500 e dello Stoxx Europe 600). A fine maggio 2022, oltre il 60% della capitalizzazione totale delle criptovalute è riferibile a Bitcoin ed Ether, mentre il dato si attesta al 13% con riguardo alle stablecoins. Sono cresciute di pari passo anche le applicazioni di finanza decentralizzata (Decentralised Finance o DeFi), che attraverso infrastrutture blockchain permettono la creazione e lo scambio di prodotti e servizi finanziari legati a criptoattività, disintermediando gli operatori tradizionali e le infrastrutture centralizzate. In particolare, l'ammontare del capitale depositato a garanzia nelle applicazioni DeFi (cosiddetto value locked, utilizzato come una proxy dimensionale) è passato da 16,5 miliardi di dollari a fine 2020 a circa 56 miliardi a maggio 2022 (con un picco superiore a 95 miliardi a fine 2021). Le criptovalute continuano a connotarsi per prezzi estremamente volatili e in calo dall'inizio del 2022. Nel periodo maggio 2021 – maggio 2022, la volatilità e il rendimento del Bitcoin si sono attestati su livelli rispettivamente di gran lunga superiori e di gran lunga inferiori a quelli riferibili ad alcune categorie di asset non digitali. I prezzi delle criptovalute più diffuse risultano moderatamente correlati con gli andamenti dei principali indici azionari, sebbene questo legame si sia lievemente rafforzato negli ultimi mesi. La sicurezza cibernetica delle applicazioni sottostanti alle criptoattività rimane un profilo di criticità rilevante: alcune statistiche relative a 120 piattaforme digitali dedicate a criptoattività evidenziano che solo 16 possono ritenersi molto sicure. Secondo altre fonti, inoltre, da settembre 2020 a fine maggio 2022, l'ammontare complessivo di fondi sottratti alle applicazioni DeFi a seguito di attacchi informatici ha superato i 2 miliardi di dollari, con l'incremento più consistente nel 2022. Dal 2021 è cresciuto in maniera significativa l'interesse verso le criptoattività, come attesta l'andamento del numero di ricerche effettuate in rete di termini a esse associati. Con riguardo alla quota di popolazione che possiede criptoattività, a livello globale il dato raggiunge i massimi in Ucraina e Russia (rispettivamente 13% e 12%), mentre tra le maggiori economie europee oscilla tra il 5% nel Regno Unito e il 2% in Italia. A livello globale è aumentato anche il patrimonio dei fondi comuni dedicati all'investimento in criptoattività, che secondo le stime di alcuni analisti sarebbe passato da 36 miliardi di dollari a fine 2020 a quasi 70 miliardi a marzo 2022, con una diffusione più rilevante nel Nord America. |
Il Report è stato curato da:
Nadia Linciano (coordinatrice) - CONSOB, Responsabile Divisione Studi (n.linciano@consob.it)
Valeria Caivano - CONSOB, Divisione Studi (v.caivano@consob.it)
Daniela Costa - CONSOB, Divisione Studi (d.costa@consob.it)
Simona Di Rocco - CONSOB, Divisione Studi (s.dirocco@consob.it)
Monica Gentile - CONSOB, Divisione Studi (m.gentile@consob.it)
Si ringrazia Gaetano Finiguerra per il contributo alla definizione dei contenuti e all'organizzazione del Rapporto. Le opinioni espresse nel Report sono personali degli autori e non impegnano in alcun modo la CONSOB. Nel citare i contenuti del rapporto, non è pertanto corretto attribuirli alla CONSOB o ai suoi Vertici.