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Le sfide dell'educazione finanziaria

 

Challenges in ensuring financial competencies - Essays on how to measure financial knowledge, target beneficiaries and deliver educational programmes 

Le sfide dell'educazione finanziaria - La rilevazione di conoscenze e bisogni formativi, l'individuazione dei destinatari delle iniziative, la definizione di una comunicazione efficace

a cura di N. Linciano e P. Soccorso

Quaderno di finanza n. 84 - ottobre 2017 [formato PDF]
 

Sintesi del lavoro
Il Quaderno raccoglie contributi di esperti di finanza ed economia sperimentale, psicologia, sociologia e pedagogia al fine di promuovere una riflessione sui profili più delicati dell'educazione finanziaria, con particolare riferimento a rilevazione dei bisogni formativi, individuazione dei destinatari delle iniziative, definizione di una comunicazione innovativa ed efficace.
Con questo lavoro e in occasione della World Investor Week 2017 (WIW) promossa dall'International Organization of Securities Commissions (IOSCO), la Consob ha inteso valorizzare un approccio multidisciplinare volto a una migliore comprensione sia dei processi decisionali alla base delle scelte di investimento sia delle modalità con cui tali processi possono essere potenziati attraverso iniziative di educazione finanziaria.
La prima parte del lavoro, dopo aver ricordato i fabbisogni formativi dei decisori finanziari italiani cosi come emergono dall'ultimo Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane (a cura di Linciano e Soccorso), presenta una ricognizione della relazione tra competenze finanziarie, propensione a investire e domanda di consulenza finanziaria, dalla quale si evince che alla cultura finanziaria si associa una maggiore partecipazione ai mercati finanziari, mentre la relazione con la domanda di consulenza non è chiara (a cura di Di Cagno e Panaccione).
Per poter studiare l'impatto delle conoscenze finanziarie sui comportamenti e sulle scelte di investimento e poterne trarre implicazioni utili sul piano di policy è necessario disporre di misure accurate e affidabili delle conoscenze stesse. Questo tema viene affrontato nel terzo contributo che dettaglia diverse indicazioni tecniche anche sulla base di un'evidenza empirica oramai ampia (a cura di Nicolini).
Oltre alle conoscenze, i comportamenti sono guidati da numerosi fattori, quali distorsioni cognitive ed emozioni. Comprendere questi fattori significa cogliere tutti gli aspetti che possono incidere sul processo decisionale anche al fine di affinare iniziative di educazione finanziaria. La seconda parte del lavoro approfondisce questi aspetti con particolare riferimento all'avversione alle perdite (si veda Ploner) e alla percezione soggettiva del rischio finanziario (si veda Lucarelli). L'avversione alle perdite può alimentare la tendenza degli individui a tenere un comportamento inerziale rispetto a una situazione di partenza, anche quando sarebbe opportuno cambiare, ed è alla base della cosiddetta avversione miope alle perdite, che ad esempio scoraggia l'investimento in titoli potenzialmente più redditizi nel lungo periodo ma volatili nel breve (vedi azioni versus obbligazioni) anche quando ciò non è ottimale.
Le scelte di investimento sono guidate dal rischio percepito più che dal rischio oggettivamente misurato e comunicato nell'informativa finanziaria (come illustrato da Lucarelli). Diversi ‘filtri' possono segnare un divario più o meno significativo tra rischio percepito e rischio oggettivo con la possibile conseguenza di una eccessiva assunzione di rischio (rispetto alla propria tolleranza emotiva e/o capacità economica). La psicologia cognitiva mostra che emozioni e distorsioni comportamentali possono essere mitigate attraverso una maggiore consapevolezza dei meccanismi cognitivi che distorcono la percezione del rischio.
Un altro aspetto interessante riguarda la cosiddetta ansia finanziaria, cioè l'apprensione con cui gli individui possono gestire le proprie finanze, che può giocare un ruolo molto rilevante nelle scelte finanziarie o in quelle previdenziali quando le conseguenze di una scelta presa oggi potranno essere apprezzate solo in futuro. Recenti studi di neuroeconomia (richiamati nel saggio curato da Brighetti) hanno migliorato la comprensione dei meccanismi neurobiologici alla base dell'ansia nelle scelte intertemporali e della possibilità di mitigare tali meccanismi attraverso rappresentazioni e simulazioni mentali che anticipano un evento e sono quindi preparatorie rispetto all'evento stesso (cosiddetto Episodic Future Thinking).
La terza Parte del lavoro passa in rassegna alcuni temi utili per la segmentazione della popolazione in base a talune caratteristiche che possono avere un impatto sull'attitudine verso le materie finanziarie e, di conseguenza, anche verso l'apprendimento perseguito da programmi formativi. L'idea di fondo è che persone diverse possono seguire processi mentali e scegliere in maniera diversa e che, quindi, campagne educative e di comunicazione non opportunamente differenziate possono mancare l'obiettivo.
A tal proposito, si ricordano le cosiddette personalità finanziarie, che mutuando dal filone della letteratura sui tipi psicologici, individuano pattern decisionali e di comunicazione differenziati a seconda delle personalità stesse (si veda Cervellati).
Un altro aspetto concerne le differenze di genere in termini di attitudine verso il denaro, gli schemi di socializzazione e le abilità matematiche (si veda Rinaldi). Come illustrato da alcune teorie sociologiche, approfondire non solo le eventuali differenze di genere ma anche le dinamiche familiari, sociali e culturali che le alimentano può permettere di individuare meglio i target della popolazione e articolare di conseguenza i programmi educativi.
La parte IV del lavoro accoglie contributi che affrontano sia i contenuti sia i canali di comunicazione di programmi formativi.
L'approccio noto come Bounded Rational Adaptive Nudge (dettagliato da Viale) postula l'importanza di potenziare gli strumenti decisionali a disposizione degli individui insegnando loro ad utilizzare correttamente le cosiddette euristiche, ossia regole decisionali che semplificano scelte complesse come quelle di investimento e che la finanza comportamentale ha sinora indicato come errori da correggere. In quest'ottica, quindi, l'educazione finanziaria non è più (o soltanto) un mezzo di de-biasing ma bensì (anche) uno strumento che permette agli individui di decidere nel modo più efficiente possibile in un contesto dominato dalla complessità e dall'incertezza.
Infine, i canali e le modalità di comunicazione sono fondamentali per l'efficacia di programmi educativi. Le neuroscienze hanno permesso di comprendere meglio i processi di apprendimento (come evidenziato da Martelli) e di evidenziare il ruolo dell'esperienza. In questo senso, giochi di ruolo, simulazioni e altri strumenti interattivi sono preferibili ai tradizionali strumenti e materiali educativi poiché si prestano a favorire l'apprendimento esperienziale. Ugualmente importante, ai fini dell'apprendimento, è adottare una comunicazione semplice, che si riferisca a situazioni di vita reale e concreta, inneschi le giuste reazioni ed associazioni emotive e inquadri correttamente gli obiettivi raggiungibili grazie a comportamenti ‘virtuosi'. La letteratura psicologica e la finanza comportamentale possono dare un significativo contributo in tal senso (come argomentato da Alemanni).
Un ultimo importante canale per trasmettere conoscenze e per orientare correttamente i comportamenti è la fiducia nell'ambito del rapporto intermediario-cliente, a patto che l'intermediario agisca nel miglior interesse dell'investitore e che lo scambio informativo con il cliente non si traduca in un mero adempimento formale degli obblighi di legge (si veda Cruciani e Rigoni).
Il sistema scolastico, infine, può svolgere un ruolo importante a patto che gli insegnanti siano adeguatamente istruiti e coinvolti (anche al fine di prevenire l'insorgere di atteggiamenti di overconfidence) e che il rapporto con gli studenti sia basato sull'interazione e sull'uso di strumenti di apprendimento esperienziale (si veda Agrusti, Ferri e Giannotti).  
 

Il volume è stato curato da:
Nadia Linciano - CONSOB, Divisione Studi (n.linciano@consob.it)
Paola Soccorso - CONSOB, Divisione Studi (p.soccorso@consob.it)
 

JEL Classifications: D1, D14, D15, D81, D83, G41.

ISSN 2281-1915 [online]