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Bollettino statistico n. 18 - giugno 2021

Le società quotate e l'intermediazione finanziaria

 

Bollettino statistico n. 18 - giugno 2021 
 

Le società quotate e l'intermediazione finanziaria nel 2020

Nel 2020 la capitalizzazione delle società di diritto italiano con azioni ammesse alle negoziazioni su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazioneitaliani (di seguito indicate per brevità "società quotate italiane") ha registrato una flessione del 10,1% per effetto della diminuzione dei prezzi di mercato (l'indice Ftse All Share Italia ha registrato un calo del 6,7% nel 2020). Il rapporto fra capitalizzazionee PIL è passato dal 33,1% a fine 2019 al 32% a fine 2020. Il numero di società quotate italiane è aumentato da 381 a 382, per effetto delle ammissioni a quotazione su AIM (+6) e delle revoche su MTA (-5).
In particolare le società italiane non finanziarie quotate su MTA e quelle quotate su AIM hanno registrato utili rispettivamente per circa 10,7 miliardi di euro e per 102,2 milionidi euro a fronte di un utile di circa 17,6 miliardi di euro e di 130,4 milioni di euro dell'anno precedente. I flussi di cassa sono in forte aumento per le società non finanziarie quotate su MTA (+580%) e per quelle quotate su AIM (+880,6%). Le risorse ottenutehanno finanziato investimenti per 15,2 miliardi di euro (12,5 nel 2019) per le imprese quotate su MTA e 503,8 milioni di euro (655,9 nel 2019) per quelle quotate su AIM. Il rapporto tra flussi derivanti dall'attività di finanziamento e di investimento del125,7% per le imprese di MTA e dell'84,6% per le imprese di AIM evidenzia che le imprese di MTA ottengono maggiori flussi di cassa dalla attività di finanziamento (patrimonio netto -0,2%, passività correnti +24,3%, passività non correnti +8,1%) rispetto aquelle di AIM (patrimonio netto -15,5%, passività correnti -12,1%, passività non correnti +25,4%), mentre le imprese di AIM generano maggiori flussi di cassa dalla gestione operativa (+26,7%) rispetto a quelle di MTA (-19,1%). L'aumento delle passività per le società italiane non finanziarie quotate su MTA e quotate su AIM è stato rispettivamente di circa 42 miliardi e di circa 143 milioni di euro.
Le assicurazioni quotate su MTA hanno registrato una riduzione dell'utile netto (3 miliardi di euro a fronte di 4,1 miliardi dell'anno precedente). Ciò è riconducibile alla minoreredditività della gestione finanziaria degli investimenti (passata dal 4,2% del 2019 al 2,2%), parzialmente compensata dal miglioramento della gestione assicurativa delle riserve tecniche (passata da -2,6% del 2019 a -0,5%). Le assicurazioni hanno ridottola leva finanziaria in quanto il patrimonio netto è cresciuto di più (8,5%) di investimenti (4,1%) e riserve tecniche (3%). I flussi netti generati dall'attività operativa e di investimento si sono ridotti (passando da 4,5 miliardi del 2019 a 1,9 nel 2020)e sono stati compensati da una riduzione dei finanziamenti concessi (passati da 3,6 a 0,8 miliardi). Il rapporto tra attività finanziarie disponibili per la vendita e quelle valutate a fair value è cresciuto segnalando una accentuata preferenza nell'investimento per i titoli liquidi.
Le banche quotate su MTA hanno registrato una forte riduzione della redditività (sia in termini di utile 879 milioni di euro nel 2020 rispetto ai 9,2 miliardi del 2019 che di redditivitàcomplessiva 1.028 milioni di euro nel 2020 rispetto ai 14,7 miliardi di euro del 2019). Tale minore redditività ha interessato tutte le attività operative: riduzione del margine di interessi per 3,7 miliardi, riduzione delle commissioni nette per circa 1,5miliardi, incremento delle rettifiche dovute al rischio di credito per circa 3,4 miliardi di euro e peggiore valutazione a fair value delle attività e passività finanziarie per circa 1,6 miliardi di euro. La riduzione dei flussi commissionali non è legata alla riduzione dei volumi dei servizi di investimento che hanno subito variazioni limitate ma ad un'importante riduzionedei margini. Nel 2020 il patrimonio netto delle banche quotate si è lievemente incrementato a 176,8 miliardi di euro (5,6% rispetto al 2019).
Il controvalore degli scambi di azioni di società quotate italiane su mercati regolamentati e sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri è cresciuto del 5,6% rispettoal 2019. Il controvalore delle mancate consegne (fail) nella fase di regolamento è risultato pari al 4% del controvalore degli scambi su Mta (4,4% nel 2019).
Il controvalore nozionale degli scambi di derivati azionari ha segnato un calo dell'11,9% riguardando tutti gli strumenti eccetto i covered warrant su indice. A fine 2020, il controvalore nozionale delle posizioni aperte sui derivati azionari risultava inferiore del 35,3% rispetto al dato di fine 2019. Il controvalore nozionale degli scambi di derivati su merci ha registrato unaflessione del 13% che ha riguardato sostanzialmente i covered warrant su merci. A fine 2020, le posizioni aperte sul future sull'energia elettrica risultavano in calo del 25% rispetto al dato di fine 2019.
Nel 2020 le posizioni nette corte si sono ridotte del 23% nonostante l'incremento degli scambi. A fine 2020, le posizioni nette corte su azioni quotate italiane risultavano pari allo0,8% della capitalizzazione totale (1% a fine 2019); per le società del settore finanziario tale dato risultava pari allo 0.6% della capitalizzazione di settore (1% a fine 2019).
A fine 2020, i margini costituiti dagli aderenti al sistema di controparte centrale relativo ai mercati regolamentati italiani risultavano inferiori del 9,8% rispetto al valore difine 2019.
Nel 2020 il controvalore degli scambi di titoli di Stato italiani è cresciuto del 71,8% sulle piattaforme di negoziazione italiane, principalmente per l'aumento degli scambi su MTS(+104,6%) ma anche per la prosecuzione degli interventi di acquisto connessi alla politica monetaria realizzata sul mercato Bondvision. Si è registrata invece una contrazione del controvalore degli scambi di obbligazioni di emittenti italiani diverse dai titolidi Stato (-13,9%), dovuta a una flessione degli scambi su EuroTLX (-29,5%). Inoltre, si è registrato un aumento del controvalore degli scambi di ETF e strumenti finanziari derivati cartolarizzati (ETC/ETN) (+24,9%), riconducibile sostanzialmente alla crescitadegli scambi di exchange traded funds (+16,8%).
Relativamente alle obbligazioni di emittenti italiani non statali nel 2020 si sono ridotti gli scambi del 15%, tale dato è riconducibile agli scambi dei titoli obbligazionari di emittentifinanziari. Anche sul mercato primario nel 2020 si è registrata una riduzione del 22,7% delle emissioni di obbligazioni di banche italiane (rispetto al 2019), dovuta principalmente alle offerte pubbliche sul mercato domestico (-33,1%), ma anche alla riduzionedelle offerte private a investitori istituzionali (-9,3%).
A fine 2020 il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani a fronte della prestazione di servizi di investimento e di gestione del risparmio risultavaaumentato del 2,6% rispetto al dato di fine 2019, variazione inferiore rispetto all'incremento nello stesso periodo dei depositi riferiti all'Italia per le famiglie e le imprese non finanziare (+7,3%), ciò indica una maggiore preferenza degli investitori perle attività liquide. Nel portafoglio azionario è cresciuto il peso dei titoli esteri a scapito di quelli italiani. La clientela retail nel corso dell'ultimo trimestre del 2020 ha ridotto sensibilmente l'investimento nei titoli di stato italiani mantenendolo comunque a livelli leggermente superiori a quelli di inizio anno, diversamente da quanto fatto dalla clientela professionaleche proprio nell'ultimo trimestre dell'anno ha aumentato l'investimento in titoli di stato italiani. A fine anno l'investimento della clientela retail in quote di OICR rappresenta la parte di gran lunga più importante e cresce fino al 60,5%.
I volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento sono complessivamente cresciuti nel 2020 (collocamento di strumenti finanziari +7,9%, negoziazione in contoproprio +21,7%, ricezione e trasmissione di ordini +26,4% e l'esecuzione ordini +6,8%). I premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani vigilati dalla Consob hanno invece fatto registrare un calo (-7,2%), dovuto alla flessione dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (-5,8%).
A fine 2020, il patrimonio gestito da intermediari italiani risultava cresciuto rispetto alla fine del 2019 (+4,3%) principalmente collegato alle gestioni patrimoniali (+4,8%) cherappresentano oltre il 71,5% del totale. In particolare il patrimonio degli OICR aperti esteri collocati in Italia è cresciuto del 5,5%, mentre quello degli OICR aperti di diritto italiano si è ridotto dell'1,5%. Per la prima volta dopo il 2013 il numero deglioicr di diritto italiano si è ridotto. L'incremento del patrimonio riferibile alle gestioni patrimoniali su base individuale istituite in Italia è stato del 2,7%, quello dei fondi chiusi di diritto italiano è stato dell'11,5% (cresciuti anche in termini dinumero ed ormai confrontabile con quello degli oicr aperti di diritto italiano) e quello relativo ai fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione è stato del 9,6%.
Nel 2020 la raccolta netta degli OICR aperti di diritto italiano è stata positiva per 6,9 miliardi di euro, principalmente per i fondi di tipo obbligazionario (+4,8 miliardi di euro),mentre la crescita della raccolta dei fondi azionari e bilanciati ha compensato i rimborsi dei fondi flessibili.
I dati contabili a fine 2020 delle SGR di diritto italiano mostrano una flessione dell'utile netto rispetto al 2019 (-2,5%), dovuta in prevalenza al decremento delle commissioni nette(-2%) ma anche alla riduzione di valore delle attività finanziarie valorizzate a fair value passate da 22,5 a -2,4 milioni di euro. La riduzione dei costi operativi (-3,4%) ha compensato la riduzione delle commissioni. Più accentuata, invece, la flessione dell'utile netto delle SIM che risulta diminuito del 9,3% a causa dell'incrementodei costi amministrativi (+30,2%) non sufficientemente compensato dall'aumento del margine di intermediazione (+13,9%).

 

 

Il Report è stato curato da:
Gaetano N. Finiguerra (responsabile) - CONSOB, Divisione Studi (g.finiguerra@consob.it)
Renato Grasso (coordinatore) - CONSOB, Divisione Studi (r.grasso@consob.it)
Emilio Ciccone - CONSOB, Divisione Studi (e.ciccone@consob.it)
Simona Di Rocco - CONSOB, Divisione Studi (s.dirocco@consob.it)
Francesco Scalese - CONSOB, Divisione Studi (f.scalese@consob.it)
Fabrizio Figoni - CONSOB, Divisione Studi (f.figoni@consob.it)

Si ringrazia Lucia Pierantoni per la collaborazione (l.pierantoni@consob.it)
Segreteria di redazione: Andrea Cianciullo
Per eventuali informazioni e chiarimenti scrivere a: Ufficio.Statistiche@consob.it

 

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ISSN 2281-3101 [online]