Percezione e propensione al rischio

Percezione e propensione al rischio

La percezione del rischio viene influenzata da giudizi immediati ossia non mediati dal ragionamento, ma da scorciatoie di pensiero, quali le cosiddette euristiche della disponibilità e della familiarità: ad esempio, i titoli che godono di una maggiore copertura mediatica possono essere considerati più sicuri di altri, o addirittura descrivibili attraverso una relazione rischio/rendimento negativa.Il ricorso alle euristiche, semplificando il processo di elaborazione delle informazioni, può rafforzare alcuni tratti psicologici, che a loro volta incidono sulla percezione del rischio, quali l'ottimismo e l'eccesso di fiducia nelle proprie abilità (cosiddetta "overconfidence").

La percezione del rischio può essere sensibile anche alla valenza positiva o negativa attribuita a un determinato titolo sulla base di associazioni mentali che prescindono da valutazioni di tipo economico-finanziario (rappresentatività), nonché ad una stima non corretta della probabilità con cui l'evento rischioso può verificarsi o, ancora, dalla percezione soggettiva di una probabilità nota.

Le preferenze verso il rischio, poi, non sono stabili rispetto alle modalità di rappresentazione di un problema (cosiddetto "framing effect").

Un ruolo fondamentale viene svolto altresì dalla componente emotiva: i processi decisionali in condizioni di incertezza si fondano non solo sulla valutazione "razionale" del rischio ma anche su reazioni emotive. L'incidenza di tale fattore cambierebbe a seconda delle conoscenze finanziarie degli individui ( 14.). In particolare, secondo alcuni studi, le persone che si dichiarano avversi al rischio pur essendone attratti emotivamente decidono sulla base dei suggerimenti di amici, colleghi e parenti e si caratterizzano per bassi livelli di conoscenza finanziaria; i soggetti che scelgono in autonomia tenderebbero a rischiare di più, mentre gli investitori che si avvalgono dei servizi di consulenza sembrerebbero più equilibrati (si veda Lucarelli, C., 2011, Consulenza e tolleranza al rischio: vantaggi e limiti dell'autoprofilazione, in Oriani, M. e Zanaboni, B., La consulenza finanziaria, ed. Il Sole24Ore).

Gli individui, inoltre, sono avversi alle perdite, ossia sono molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo e sono spesso influenzati dal risultato di decisioni pregresse: l'evidenza empirica e sperimentale mostra che in genere la propensione al rischio può aumentare dopo aver realizzato un guadagno, e stimolare, viceversa, un atteggiamento più conservativo dopo aver subito una perdita.

La percezione e l'assunzione di rischio, infine, sembrano essere molto diverse a seconda del genere. Le donne adotterebbero un atteggiamento più prudente in occasione delle decisioni di investimento e, di conseguenza, rispetto agli uomini sono più frequentemente destinatarie di proposte di investimento relative a prodotti poco rischiosi. Le differenze di genere, comunque, sembrano più accentuate nel caso di individui single. I soggetti sposati, per contro, si influenzano a vicenda secondo dinamiche che, come evidenziato da alcuni recenti contributi, dipendono anche dalla distribuzione della ricchezza finanziaria all'interno della famiglia e dalla professione e dal livello di istruzione dei coniugi.