Report corporate governance 2021 - AREA PUBBLICA
RAPPORTO 2021
Il Rapporto sulla corporate governance delle società quotate italiane fornisce evidenze in merito ad assetti proprietari, organi sociali, assemblee e operazioni con parti correlate, sulla base di dati desunti da segnalazioni statistiche di vigilanza e informazioni pubbliche.
Il Rapporto 2021 censisce per la prima volta le competenze degli amministratori in materia di sostenibilità e digitalizzazione per le società medio-grandi.
Assetti proprietari La concentrazione proprietaria delle società quotate italiane è lievemente calata nel tempo, come emerge dal dato relativo alla quota del primo azionista passata in media dal 48,7% nel 1998 al 47,6% nel 2020. ... leggi di più |
In linea con gli anni precedenti, le famiglie continuano ad essere i principali azionisti di riferimento, controllando il 64% delle imprese quotate, mentre lo Stato e gli altri enti locali rappresentano l'azionista di riferimento in circa una società su dieci. A fine 2020 la presenza di investitori istituzionali nell'azionariato rilevante delle società quotate italiane, sebbene in leggera diminuzione rispetto all'anno precedente, rimane più diffusa nel confronto con il dato di lungo periodo per i soggetti esteri (azionisti rilevanti in 50 imprese a fronte di 36 nel 2011) e registra un aumento per gli investitori italiani per la prima volta nell'ultimo decennio (18 società). Per quanto riguarda la separazione fra proprietà e controllo, si conferma la progressiva riduzione dell'intensità del fenomeno. È sempre più diffuso il voto maggiorato che, a fine 2020, è previsto nello statuto di 64 emittenti, rappresentativi di poco più del 17% del valore totale di mercato, e che risulta efficace in 40 società. |
Governo societario e board diversity La governance delle società quotate italiane continua a connotarsi per la prevalenza del modello di governo tradizionale. ... leggi di più |
I consigli di amministrazione (CdA), stabilmente composti da circa dieci membri, mostrano alcuni mutamenti quanto a presenza di consiglieri indipendenti e di minoranza. Non mostra variazioni sostanziali la percentuale di società che effettuano l'autovalutazione annuale, mentre cresce il numero di emittenti che adottano il piano di successione. In media almeno due amministratori in ciascun board siedono anche in organi di amministrazione di altri emittenti quotati (cosiddetti interlockers). Il collegio sindacale risulta composto in media da tre membri effettivi, dato sostanzialmente stabile nel tempo; le società con almeno un sindaco di minoranza sono il 59% del totale. I membri degli organi di amministrazione delle società quotate italiane a fine 2020 hanno un'età media di circa 57 anni e sono stranieri nel 5,5% dei casi; sono inoltre quasi sempre laureati (89% dei casi) e con un profilo prevalentemente manageriale (66%). I membri degli organi di controllo hanno in media 56 anni e sono raramente stranieri; sono inoltre laureati nel 96% dei casi e con un profilo riferibile a quello del professionista/consulente in circa l'85% dei casi. L'evoluzione nel tempo della diversity degli organi di amministrazione e controllo riflette anche l'aumento della presenza femminile, legata all'applicazione delle disposizioni in materia di quote di genere. In particolare, nell'ambito degli organi di amministrazione, si rileva complessivamente una lieve riduzione dell'età media, un innalzamento del livello di istruzione e una maggior diversificazione dei profili professionali. L'impatto delle quote di genere sulla diversity dell'organo di controllo è, invece, meno marcato. Con riguardo ai comitati endoconsiliari, il comitato remunerazione e quello controllo e rischi rimangono i più diffusi, mentre continua a crescere il numero di emittenti che istituisce, rispettivamente, il comitato nomine e il comitato sostenibilità. I comitati sono composti prevalentemente da amministratori indipendenti e da donne in oltre la metà dei casi; il background professionale dei membri risulta più diversificato rispetto a quello dell'intero consiglio, per effetto di una presenza meno marcata del profilo manageriale. |
Competenze in materia di sostenibilità e digitali A fronte delle profonde evoluzioni in atto in materia di sostenibilità e digitalizzazione e dei loro effetti sull'attività di impresa, sono state rilevate le competenze in questi ambiti degli amministratori con incarichi in società medio-grandi (ossia appartenenti agli indici Ftse Mib, Mid Cap e Star). ... leggi di più |
A fine 2020, gli amministratori con competenze in materia di sostenibilità ricoprono in media il 14,6% degli incarichi; il dato è più elevato per le società più grandi e tra le donne. I consiglieri con competenze digitali corrispondono al 16% degli incarichi, senza variazioni rilevanti rispetto alle dimensioni delle imprese e con una maggiore diffusione tra le donne. La quota di società che presenta almeno un amministratore con competenze di sostenibilità o digitali è rispettivamente uguale a circa il 72% e a poco più del 74%; il 28% conta amministratori con entrambi i profili. |
Gender diversity La presenza femminile negli organi di amministrazione delle società quotate ha raggiunto il massimo storico osservato sul mercato italiano (41% degli incarichi), per effetto delle norme volte a riservare una quota dell'organo sociale al genere meno rappresentato (Legge n. 120/2011 e Legge n. 160/2019). ... leggi di più |
A fine 2021, le 131 imprese che hanno applicato la quota di genere dei due quinti, prevista dalla Legge n. 160/2019, contano nei propri CdA in media 4 donne (quasi il 44% del board, mentre nelle restanti società i dati sulla presenza femminile sono solo marginalmente inferiori. In linea con quanto osservato negli ultimi anni, rimane limitato il numero di casi in cui le donne ricoprono il ruolo di amministratore delegato o di presidente dell'organo amministrativo, mentre risulta più diffuso il ruolo di consigliere indipendente. Le donne sono titolari di più di un incarico di amministrazione (interlocker) nel 30% dei casi, un dato in flessione rispetto all'anno precedente e al massimo raggiunto nel 2019 (34,9%). |
Assemblee e politiche di remunerazione Nel 2021, la partecipazione degli azionisti alle assemblee delle 100 società quotate a più elevata capitalizzazione ha registrato un aumento rispetto all'anno precedente (è intervenuto in media il 74,6% del capitale sociale, contro il 73,6% registrato nel 2020). ... leggi di più |
Gli investitori istituzionali hanno rappresentato in media il 22,8% del capitale sociale (22,2% nel 2020). Gli investitori istituzionali italiani, la cui partecipazione ha raggiunto il 2,5%, in aumento rispetto all'1,9% nel 2020, hanno preso parte a 95 adunanze, il dato più alto dal 2012 (anno di inizio delle rilevazioni), con una quota media del 3,6% delle azioni rappresentate in assemblea (3% nel 2020). In media le politiche di remunerazione, soggette a voto vincolante dal 2020, sono state approvate da circa due terzi del capitale sociale e da quasi il 90% del capi¬tale sociale rappresentato in assemblea. Gli investitori istituzionali hanno espresso consenso sulla politica di remunerazione con una percentuale pari al 64,4% dei loro voti (21,2% del capitale presente in assemblea). Il dissenso è stato espresso da poco più dell'8% del capitale sociale (11,1% dei voti assembleari), in modo più rilevante dagli investitori istituzionali (7,1% del capitale sociale e 9,9% dei voti assembleari). Il voto consultivo sui compensi corrisposti nell'esercizio precedente ha registrato consensi pari al 66% del capitale sociale e all'87,7% dei voti rappresentati in assemblea. Il 36% dei voti degli investitori istituzionali è riferibile a manifestazioni di dissenso. |
Operazioni con parti correlate Dal 2011 al 2021 sono stati pubblicati 670 documenti informativi per operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate (OPC; 41 documenti nel 2021 e una media per anno pari a 61), in gran parte da società quotate di piccole dimensioni. ... leggi di più |
Tali operazioni hanno riguardato in prevalenza finanziamenti o contratti per la fornitura di beni o la prestazione di servizi. Nell'83% dei casi circa la controparte correlata coincide con l'azionista di controllo o principale. In applicazione dell'esenzione prevista dal Regolamento CONSOB, nel periodo 2011-2021, sono state comunicate all'Istituto 264 OPC di maggiore rilevanza ordinarie e a condizioni di mercato (29 nel 2021). Tali operazioni, realizzate nella maggior parte dei casi da società a elevata capitalizzazione, afferiscono soprattutto all'attività operativa core della società che le ha poste in essere e sono state realizzate con azionisti di controllo o di rilievo. |
Il Report è stato curato da:
Nadia Linciano (coordinatrice) - CONSOB, Responsabile Divisione Studi (n.linciano@consob.it)
Angela Ciavarella - CONSOB, Divisione Corporate Governance (a.ciavarella@consob.it)
Giovanna Di Stefano - CONSOB, Divisione Studi (g.distefano@consob.it)
Rossella Signoretti - CONSOB, Divisione Corporate Governance (r.signoretti@consob.it)
Lucia Pierantoni - CONSOB, Divisione Studi (l.pierantoni@consob.it)
Eugenia Della Libera - CONSOB, Divisione Studi (e.dellalibera@consob.it)
Elena Frasca - CONSOB, Divisione Studi (e.frasca@consob.it)
Le opinioni espresse nel Report sono personali degli autori e non impegnano in alcun modo la Consob. Nel citare i contenuti del rapporto, non è pertanto corretto attribuirli alla Consob o ai suoi Vertici.
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ISSN 2281-535X [online]