La crisi da Covid-19 - La pandemia di Covid-19 e la crisi del 2020 - EDUCAZIONE FINANZIARIA
- LA PANDEMIA DI COVID-19 E LA CRISI DEL 2020
- DALLA CRISI SANITARIA ALLA CRISI ECONOMICA
- LA CRISI IN ITALIA
- L'IMPATTO SUI MERCATI FINANZIARI
- LE MISURE A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA IN EUROPA E IN ITALIA
LA PANDEMIA DI COVID-19 E LA CRISI DEL 2020
Tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 un'infezione generata da un virus della famiglia SARS-Covid, il cosiddetto Covid-19, scoppiata a Wuhan, in Cina, si è rapidamente diffusa in tante nazioni di tutti i continenti. Nella maggior parte dei casi, le persone che hanno contratto l'infezione possono guarire grazie a protocolli e terapie già in uso, senza bisogno di trattamenti particolari; nei casi più gravi, tuttavia, la malattia può degenerare secondo dinamiche ancora non completamente comprese, anche attraverso l'aggravamento di patologie pregresse (prevalentemente di natura polmonare) fino al decesso.
La crisi connessa alla diffusione della pandemia di Covid-19 rappresenta un evento epocale destinato a generare forti ripercussioni economiche e sociali, allo stato attuale difficilmente stimabili. I dati relativi a contagi e decessi sono ancora in crescita in varie aree del mondo. In particolare, alla data dell'11 maggio 2020 la pandemia coinvolge 215 Paesi, conta quasi 5 milioni di casi accertati in tutto il mondo e ha provocato circa 318 mila morti (corrispondente a un tasso di letalità complessivo – ossia a una quota di decessi tra la popolazione contagiata – del 7% circa, a cui corrispondono differenze tra Paesi in alcuni casi significative).
Per un aggiornamento relativo alla situazione globale e al caso italiano si vedano rispettivamente:
La pandemia di Covid-19 si inserisce nel novero delle gravi patologie respiratorie comparse in anni recenti: la SARS (Sindrome respiratoria acuta e severa), rilevata in Cina a fine 2002; il virus H1N1 (cosiddetta influenza suina), rilevato in Messico nel 2009; il MERS-CoV (Sindrome respiratoria del Medio Oriente), diffusosi nel 2012 dapprima in Arabia Saudita e poi in altri Paesi del Medio Oriente. Questi virus erano caratterizzati da un inferiore tasso di morbilità (ossia erano meno contagiosi) del Covid-19, pur facendo registrare un tasso di mortalità più elevato (come nel caso di SARS e MERS-CoV).
Le epidemie più recenti legate a patologie respiratorie ... vedi |
La SARS si è diffusa dalla Cina in diversi Paesi del Sud Est asiatico nel 2003, risparmiando i Paesi europei che nel complesso hanno registrato solo alcuni casi (di cui quattro in Italia). L'epidemia di SARS ha provocato poco più di ottomila contagi e 774 decessi, equivalenti a un tasso di mortalità del 9,7%. La SARS non è sfociata in una pandemia grazie anche alla bassa contagiosità del virus. Dal 2004 non sono stati rilevati nuovi casi. Per tale virus, inoltre, non sono stati individuati né cure efficaci né vaccini. Il virus H1N1 (cosiddetta influenza suina) è stato rilevato in Messico nel 2009. Il virus, appartenente alla famiglia dei virus influenzali di tipo A, si è diffuso velocemente in tutto il mondo. in base ai dati ufficiali dell'OMS, esso ha contagiato più di un milione e 600 mila individui causando più di 18 mila decessi, con un tasso di letalità stimato attorno all'1%. Studi successivi hanno stimato un numero di vittime molto superiore al dato ufficiale (oltre 200 mila). Per tale virus si è giunti in tempi brevi all'individuazione di un vaccino. Nel 2012, è stata la volta del MERS-CoV (MERS è l'acronimo di Sindrome respiratoria del Medio Oriente), virus della famiglia dei coronavirus. L'epidemia si è manifestata dapprima in Arabia Saudita per poi espandersi in altri Paesi del Medio Oriente. Il virus non è mai scomparso: gli ultimi dati disponibili riferiscono di 2.494 contagi e 858 decessi con un tasso di mortalità stimato del 34%. Come per la SARS, anche per la MERS non sono stati individuati vaccini o cure efficaci. |
Al propagarsi dell'infezione di Covid-19 a livello globale, sono emerse le fragilità di molti sistemi sanitari nazionali. Per allentare la pressione sulle strutture esistenti, sono stati approntati ospedali dedicati ai malati di Covid-19; in parallelo, sono state avviate innumerevoli ricerche volte a individuare cure efficaci e vaccini sicuri. Poiché il virus è apparso sin da subito molto contagioso e la trasmissione da uomo a uomo risulta possibile anche da individui asintomatici, i Governi dei Paesi colpiti sono ricorsi all'unica misura allo stato in grado di rallentare il ritmo del contagio, ossia il distanziamento sociale, secondo tempistiche e intensità variabili da caso a caso. In Europa, le prime misure adottate in tal senso sono state la sospensione dei voli da e per la Cina, cui hanno fatto seguito la chiusura di scuole, le limitazioni alla libera circolazione di persone anche all'interno dei confini nazionali, la sospensione di eventi pubblici, la chiusura di diverse attività produttive non essenziali (cosiddetto lockdown).
Il lockdown come misura di contenimento del contagio ... vedi |
La scelta ottimale a fronte di un'epidemia causata da un virus molto contagioso è l'applicazione immediata di misure volte a limitare l'interazione sociale tra gli individui, sebbene tali misure non possano arrestare bensì solo rallentare la diffusione del contagio in modo da ridurre le pressioni sul sistema sanitario e consentire l'affinamento delle tecniche di tracciamento dei contagi e del trattamento dei malati (Farboodi, Jarosch e Shimer, 2020). Nel caso del Covid-19, i Governi nazionali dei Paesi colpiti hanno dovuto adottare misure di distanziamento sociale (cosiddetto lockdown) nelle more della messa a punto di protocolli medici, di un vaccino e di cure specifiche validate clinicamente. Il lockdown ha previsto vincoli alla mobilità degli individui (l''invito' a stare a casa), la chiusura di scuole, università ed edifici pubblici, il fermo delle attività commerciali e dei servizi non essenziali, il ridimensionamento o la riorganizzazione delle attività produttive essenziali tesi a garantire la salute dei lavoratori, il contingentamento delle attività di importazione ed esportazione e l'azzeramento delle attività turistiche. Una buona approssimazione della misura della portata del lockdown è rappresentata dal netto calo della concentrazione nell'atmosfera delle emissioni di diossido di azoto, una sostanza connessa all'utilizzo di combustibili fossili nelle attività industriali e nei trasporti, che le immagini satellitari riportate di seguito, relative al periodo gennaio- marzo 2020, permettono di cogliere per l'Europa e l'Italia. |