La crisi da Covid-19 - Le misure a sostegno dell'economia in Europa e in Italia - EDUCAZIONE FINANZIARIA
- LA PANDEMIA DI COVID-19 E LA CRISI DEL 2020
- DALLA CRISI SANITARIA ALLA CRISI ECONOMICA
- LA CRISI IN ITALIA
- L'IMPATTO SUI MERCATI FINANZIARI
- LE MISURE A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA IN EUROPA E IN ITALIA
LE MISURE A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA IN EUROPA E IN ITALIA
Governi, banche centrali e Autorità di regolazione dei mercati finanziari hanno adottato molteplici misure per far fronte agli impatti della crisi sull'attività economica e sul sistema finanziario.
A livello europeo, è stata resa disponibile una parte dei fondi di coesione già stanziati nel bilancio dell'Unione attraverso un'iniziativa denominata CRII (Coronavirus Response Investment Initiative). Per attenuare le ripercussioni occupazionali della crisi è stato inoltre attivato il programma SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) con una disponibilità di 100 miliardi di euro che saranno utilizzati a completamento delle misure di cassa integrazione adottate da vari paesi europei. La Banca europea degli investimenti (BEI) ha proposto, inoltre, l'istituzione di un fondo paneuropeo di garanzia per le piccole e medie imprese di ammontare pari a 25 miliardi di euro che punterebbe a mobilitare risorse fino a 200 miliardi di euro in forma di finanziamenti . Tra aprile e maggio è stato raggiunto un accordo in ambito europeo finalizzato a dotare il Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM) di un'ulteriore linea di credito precauzionale rinforzata per un ammontare complessivo di 240 miliardi). Il 27 maggio, inoltre, la Commissione europea ha proposto un nuovo fondo europeo temporaneo per la ricostruzione (denominato Next Generation EU) per un ammontare di 750 miliardi di euro, oltre al rafforzamento dei fondi di bilancio dell'Unione Europea per il periodo 2021-2027 per un ammontare complessivo di 1.100 miliardi.
Al contempo, la Banca Centrale Europea (BCE) e l'Autorità europea di vigilanza delle banche (EBA) hanno varato misure fortemente espansive per sostenere la liquidità del sistema bancario e consentire agli istituti di credito di continuare a finanziare adeguatamente le attività produttive e le famiglie. Tra le tante misure adottate, le più rilevanti sono: la riduzione dei tassi di interesse di riferimento; l'avvio di nuove operazioni di rifinanziamento che consentiranno alle banche di ottenere una maggiore liquidità dalla BCE a condizioni più vantaggiose; la mitigazione di alcuni criteri di vigilanza che potrebbero indurre le banche a ridurre i prestiti ai privati in momenti di recessione. Sono stati inoltre ampliati i programmi di acquisto di attività finanziarie (titoli) pubbliche e private, inclusa la carta commerciale e le obbligazioni emesse da società non finanziarie (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP).
A livello nazionale sono stati varati interventi volti a sostenere la liquidità delle imprese e i redditi delle famiglie e ad assicurare l'accesso al credito, quali ad esempio il rilascio di garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese e l'assegnazione di sussidi alle famiglie in difficoltà. Sono stati inoltre differiti gli adempimenti fiscali a favore di diverse categorie di soggetti privati ed erogate moratorie creditizie (per informazioni di dettaglio sulle misure adottate dal Governo italiano si rimanda al sito della Presidenza del Consiglio).
Le misure poste in essere dai Governi nazionali per adeguare il sistema sanitario all'emergenza in atto e sostenere famiglie e imprese hanno generato un significativo aumento della spesa pubblica, in concomitanza con una riduzione delle entrate dovute al differimento di alcuni adempimenti fiscali e alla riduzione della base imponibile. Le misure adottate a livello europeo potranno almeno parzialmente mitigare le ripercussioni negative che un tale aumento della spesa avrà sull'equilibrio dei conti pubblici, specie nei paesi maggiormente indebitati.
Le misure a sostegno dei mercati finanziari in Europa
L'andamento dei mercati finanziari in occasione della crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 è in gran parte collegato alle aspettative negative sulle prospettive future dell'attività economica. Il crollo delle quotazioni osservato nel mese di marzo 2020 è stato solo un sintomo, e non la causa, della crisi. Le Autorità di vigilanza dei mercati finanziati sono comunque intervenute al fine di salvaguardare l'integrità e il buon funzionamento dei mercati e di garantire la tutela degli investitori, mettendo in campo diverse restrizioni all'operatività. Nonostante i forti cali delle quotazioni in tutti i comparti, i mercati finanziari sono comunque rimasti pienamente operativi anche nei giorni di massima turbolenza.
Provvedimenti restrittivi sull'operatività sui mercati ... vedi |
In occasione di turbolenze dei mercati finanziari, le Autorità di vigilanza possono intervenire con alcuni provvedimenti restrittivi al fine di evitare speculazioni e garantire il corretto funzionamento del meccanismo di formazione dei prezzi. È il caso delle restrizioni alle vendite allo scoperto (ossia operazioni in cui il venditore non possiede ancora il titolo che si è impegnato a vendere e che acquisterà in seguito), che sono state assunte in numerose occasioni da diverse Autorità di controllo a partire dalla crisi dei mutui subprime del 2008. Le vendite allo scoperto sono di due tipi, covered e naked. Le vendite allo scoperto covered sono quelle assistite dal prestito dei titoli mentre quelle naked, invece, non lo sono, per cui il venditore dovrà ricercare sul mercato le azioni da consegnare al compratore al fine di regolare la propria posizione. La pratica delle vendite allo scoperto, in normali condizioni di operatività dei mercati, può avere un effetto positivo sul processo di formazione dei prezzi e sulla liquidità. In alcuni casi, tuttavia, le vendite allo scoperto possono essere di portata e velocità tali da determinare una riduzione significativa e repentina dei corsi dei titoli, creando disordine nei mercati e incrementando il livello di volatilità dei prezzi sia nel brevissimo sia nel breve periodo. Infatti, vendite allo scoperto "consistenti" e rapide possono creare timori e incertezze sul mercato, scoraggiando l'intervento con ordini di segno opposto da parte di potenziali acquirenti. Tale rischio è ancora più forte in situazioni di particolare tensione dei mercati, dove è più probabile che le vendite allo scoperto generino panico e disorientino gli operatori, creando reazioni a catena e contribuendo quindi ad esasperare il trend ribassista del mercato. Le vendite allo scoperto possono inoltre incentivare strategie manipolative volte ad indurre, in maniera artificiosa, trend ribassisti. L'intensificarsi di tale tipologia di operatività, infine, aumenta le difficoltà degli operatori di procurarsi in tempo utile i titoli venduti allo scoperto e dunque aumenta la probabilità di fail (ossia la mancata consegna dei titoli alla data di regolamento contrattualmente prevista) nel processo di liquidazione e la loro durata (per ulteriori dettagli, si veda il position paper in tema di short selling messo in consultazione dalla Consob e la sezione del sito Consob dedicata alle vendite allo scoperto. Un altro provvedimento restrittivo può riguardare le posizioni nette corte. È possibile assumere posizioni corte su un titolo non solo vendendolo allo scoperto ma anche attraverso l'utilizzo di strumenti derivati da cui deriva l'obbligo o la facoltà di consegnare lo strumento sottostante entro/a una certa data. L'insieme delle posizioni corte che un operatore ha assunto su un titolo, sia tramite l'utilizzo di strumenti derivati sia tramite le vendite allo scoperto, definisce la posizione corta lorda sul titolo. La posizione corta netta invece si ottiene sottraendo dalla posizione corta lorda la somma delle posizioni lunghe sullo stesso titolo, assunte anche per mezzo di strumenti derivati. Le posizioni nette corte in azioni e titoli di Stato sono soggette a obblighi di segnalazione all'Autorità di vigilanza al superamento di determinate soglie e possono essere temporaneamente vietate al ricorrere di alcune condizioni. Differenti sono le valutazioni con riguardo alla chiusura dei mercati finanziari. Un provvedimento simile comporterebbe una limitazione delle scelte di investitori/risparmiatori e di tutti i soggetti che operano sui mercati senza portare alcun beneficio certo in termini di stabilizzazione dei corsi azionari. In occasione della crisi Covid-19 le istituzioni sovranazionali quali G20, IOSCO ed ESMA si sono pronunciate contro la chiusura dei mercati. Solo la Borsa di Manila è stata chiusa, per due giorni, contestualmente allo scoppio dell'emergenza sanitaria, per motivi tecnici (si veda l'Audizione informale del Presidente della Consob prof. Paolo Savona del 23 aprile 2020). |
In ambito europeo l'ESMA (la European Securities and Markets Authority) ha pubblicato raccomandazioni e chiarimenti volti a garantire il rispetto della disciplina comunitaria nel difficile contesto generato dalla pandemia, coinvolgendo nel processo decisionale le Autorità nazionali competenti (inclusa la CONSOB; vedi la sezione dedicata a provvedimenti e misure adottati). Gli ultimi provvedimenti, in ordine cronologico, risalgono al 6 maggio 2020, quando è stato pubblicato un richiamo di attenzione rivolto agli intermediari a tutela degli investitori retail che si trovano a operare in un contesto di incertezza, e al 20 maggio, quando è stato pubblicato un public statement in materia di relazioni finanziarie semestrali delle società quotate.
La CONSOB, oltre a partecipare in ambito europeo ai lavori finalizzati all'adozione dei provvedimenti dell'ESMA, alla luce delle perduranti turbolenze sui mercati,ha assunto misure in materia di vendite allo scoperto e posizioni nette corte volti a contenere la volatilità dei mercati finanziari e a evitare attacchi speculativi ai titoli delle imprese italiane.
Provvedimenti assunti dalla Consob in materia di vendite allo scoperto e posizioni nette corte... vedi |
Nel mese di marzo 2020 la CONSOB è intervenuta a più riprese con provvedimenti restrittivi di alcuni tipi di operatività sui mercati, finalizzati ad assicurare il buon funzionamento del mercato finanziario italiano in occasione delle turbolenze indotte dalla diffusione della pandemia di Covid-19. Il 12 marzo 2020, la CONSOB ha vietato temporaneamente le vendite allo scoperto su 85 titoli azionari italiani quotati sull'MTA per l'intera giornata di negoziazione di venerdì 13 marzo 2020. Il divieto è stato adottato in applicazione dell'art. 23 del Regolamento Short Selling (Regolamento (UE) n. 236/2012), tenuto conto della variazione di prezzo registrata dai titoli nella giornata del 12 marzo 2020 risultata superiore alle soglie previste dalla disciplina di riferimento. Il divieto ha riguardato le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli e ha esteso e rafforzato la portata del divieto di vendite allo scoperto ‘nude', già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 in virtù del citato Regolamento. Il 16 marzo la Commissione ha rinnovato il divieto giornaliero di vendita allo scoperto su 20 titoli azionari quotati sull'MTA ai sensi dell'art. 23 del Regolamento per la seduta di borsa del 17 marzo 2020. A partire dalla seduta del 18 marzo la CONSOB ha introdotto un divieto alle posizioni nette corte (vendite allo scoperto e altre operazioni ribassiste) relativo a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano per un periodo di tre mesi. Il provvedimento, adottato ai sensi dell'art. 20 del Regolamento Short Selling e dopo aver ricevuto parere positivo dall'ESMA, è stato finalizzato a vietare ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari nonché le operazioni ribassiste infragiornaliere. Il 18 maggio 2020 alla luce della progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato, la CONSOB ha deciso di sospendere tale provvedimento. La CONSOB ha poi partecipato ai lavori in seno all'ESMA che hanno portato al provvedimento di temporaneo abbassamento della soglia per la comunicazione alle autorità nazionali competenti delle posizioni nette corte su azioni negoziate sui mercati europei. Tale soglia è stata portata dallo 0,2% allo 0,1% del capitale emesso. La misura è stata assunta con l'obiettivo di fornire alle autorità di vigilanza informazioni più dettagliate sull'operatività in un momento di forti tensioni sui mercati finanziari. |
Un'ulteriore categoria di interventi ha riguardato le misure volte a garantire la trasparenza del mercato del controllo societario (vedi la Delibera n. 21326 e la Delibera n. 21327 del 9 aprile 2020).
A beneficio dell'operatività dei soggetti vigilati, l'Istituto ha adottato, inoltre, misure di differimento dei termini per l'adempimento di diversi obblighi a carico dei soggetti vigilati e dei termini dei procedimenti in corso presso l'Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) (Delibera n. 21328 del 15 aprile 2020) e dei procedimenti sanzionatori in corso, con l'obiettivo di assicurare a chi è destinatario di un procedimento sanzionatorio piena facoltà di partecipazione al procedimento stesso nell'interlocuzione con l'Istituto (vedi la Delibera n. 21300 del 12 marzo 2020).
A diretta tutela degli investitori, infine, con riferimento ai tentativi di abusi e truffe online, nel mese di aprile 2020 la CONSOB ha messo in guardia i risparmiatori, segnalando attraverso un'apposita Avvertenza (warning), che le drammatiche notizie sui focolai virali possono rappresentare un'opportunità per i malintenzionati di diffondere informazioni false o fuorvianti finalizzate a trarre indebito vantaggio dai timori della pandemia (vedi le schede sulle fake news e sulle truffe finanziarie ai tempi del Covid-19).